Per aiutare le persone dipendenti dal crack a uscire dal tunnel di questa particolare droga, il cui consumo è in forte ascesa soprattutto tra i giovani, la Regione Siciliana ha finanziato con un milione di euro un progetto pilota: entro la fine dell’anno sarà realizzato a Palermo, un centro di accoglienza con un'équipe di 24 operatori e aperto per ventiquattr’ore al giorno, quindi anche la notte, quando l'esigenza di aiutare i tossicodipendenti diventa più pressante. La struttura sorgerà in un padiglione di 700 metri quadrati di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale, in via Gaetano La Loggia.
L’iniziativa è stata presentata stamani, 290 novembre, in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, dall’assessore alla Sanità Giovanna Volo, dal commissario dell’Asp Daniela Faraoni e dal dirigente generale della pianificazione strategica del dipartimento Salute Salvatore Iacolino.
«L’aumento dell’uso di questa sostanza stupefacente - ha detto Schifani che ha ricordato che proprio oggi si celebra la giornata internazionale dell’adolescenza - è sotto gli occhi di tutti. È emersa l’esigenza di intervenire con un modello sperimentale, per dare una prima accoglienza ai casi più delicati e poi accompagnarli al reinserimento sociale. Siamo orgogliosi di questa idea, cerchiamo di combattere un fenomeno che rischia di minare la corretta crescita dei giovani. È un tema delicato e sensibile, non potevamo rimanere fermi. Vogliamo dare un segnale concreto, è un progetto pilota non escludiamo che si possa ripetere in altre zone della Sicilia».
Al milione di euro stanziato dal governo Schifani, l’Asp aggiungerà un finanziamento di un ulteriore milione di euro. A gestire il centro sarà un’equipe multidisciplinare: oltre a uno psichiatra, ci saranno psicologi, educatori sanitari, tecnici della riabilitazione, assistenti sociali, sei infermieri e sei operatori sanitari. «La struttura - afferma Daniela Faraoni - sarà dotata di spazi adeguati alle necessità, ci saranno dei posti letto e daremo ai genitori degli assistiti la possibilità di sostenere o loro ragazzi in questa scelta. È un progetto innovativo, non ha uguali, anche per l’approccio. La sanità si deve prendere carico di queste fragilità al di fuori dei pronto soccorso, che fino ad adesso sono stati l’unica meta per le famiglie». Il dirigente generale Iacolino ha spiegato che «il centro intercetterà le persone da assistere, rimarranno in struttura al massimo 30 giorni, poi attraverso il Sert e le comunità di riabilitazione saranno attivate le attività per la guarigione perentoria».
«Ci scusiamo con le famiglie dei giovani - ha detto l’assessore Giovanna Volo - perché non siamo riusciti immediatamente a capire il dramma provocato dal crack, eravamo abituati ad altri tipi di sostanze e dipendenze. Sono felicissima dell’iniziativa dell’Asp 6 e spero possa essere utilizzata in altre realtà. Abbiamo il tempo di valutare aspetti positivi e correggere eventuali problematiche. Ritengo utile partire al più presto, per potere subito accogliere il maggior numero possibile di persone. Portare i giovani in pronto soccorso non serve».
Nel video, realizzato da Davide Ferrara, parlano Giovanna Volo, assessore regionale alla Salute, Salvatore Iacolino, dirigente generale del dipartimento regionale di Pianificazione strategica, e Daniela Faraoni, commissario straordinario dell’Asp di Palermo
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