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Tasse evase, una sorpresa a Palermo: recuperati quattro milioni

Le aziende hanno preferito pagare per scongiurare la sospensione della licenza

L'ufficio tributi del Comune

L’ultima in ordine di tempo è stata una grossa azienda che ha versato al Comune di Palermo due milioni e duecentomila euro di tributi non pagati. Su otto milioni di debiti accertati per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti, dell’Imu e del Cup (canone unico patrimoniale) - che raggruppa sotto questo acronimo Tosap, imposta sulla pubblicità e tasse sulle concessioni di suolo pubblico - l’assessorato alle Attività produttive ne ha recuperati poco più della metà, oltre quattro milioni di euro che sono tornati nelle disponibilità delle casse dell’amministrazione grazie a una puntigliosa attività di screening su più di un migliaio di posizioni irregolari.

«Abbiamo ereditato una situazione molto pesante - spiega l’assessore Giuliano Forzinetti - perché con le amministrazioni del passato non veniva realizzato alcun tipo di controllo. In tanti non avevano pagato perché nessuno si era fatto avanti per riscuotere queste somme. Adesso che le verifiche sono sempre più puntuali, i risultati raggiunti sono importanti nonostante in ufficio ci siano solo due persone dedicate a questo compito. Contiamo nei prossimi mesi di avere più personale e quindi di riuscire a mettere in campo un’attenzione ancora maggiore nei confronti di quelle società che sono inadempienti».

Segno che finalmente il regolamento anti-evasione, che è l’applicazione di una legge nazionale, sta funzionando come si deve anche perché la procedura prevede la sospensione delle licenze o la revoca delle concessioni per chi ha una morosità superiore ai mille euro. La Scia, ovvero la certificazione di inizio attività, è già stata ritirata a cinque società commerciali che, di conseguenza, hanno dovuto chiudere. Infatti senza questa documentazione non si può alzare una saracinesca per vendere al pubblico. «Si tratta di aziende, piccole e grandi - continua Forzinetti - che hanno pendenze che vanno da poche migliaia di euro fino a 140 mila euro di tributi non pagati. Da parte nostra, quando ravvisiamo il ritardo, inviamo la richiesta di versare quanto dovuto: in tanti si sono adeguati ma quando ciò non avviene siamo costretti a sospendere la licenza. E poi l’iter delle pratiche inevase prosegue fino ad approdare all’agenzia della riscossione con l’emissione di cartelle esattoriali».

Altri 24 tra negozi, studi professionali, istituti di credito, società di intermediazione, botteghe artigiane, parcheggi, rimessaggi di barche, chioschi, fiorai e supermercati, sono sotto la lente d’ingrandimento del Comune e rischiano seriamente la sospensione. «Da parte nostra non vogliamo danneggiare nessuno, né abbiamo velleità vessatorie nei confronti delle aziende - puntualizza ancora l’assessore alle Attività produttive - ma il rispetto delle regole e gli equilibri di bilancio sono fondamentali».

Il regolamento in vigore con la precedente amministrazione dava la possibilità di di dividere il pagamento del Cup in quattro rate mentre ora «abbiamo alzato questo limite fino a 120 rate per coloro i quali hanno un debito che non supera i 50 mila euro - conclude Forzinetti -. È una maniera per venire incontro a quegli utenti che intendono saldare i loro arretrati ma non possono farlo tutto in una volta».

Nella foto l'ufficio tributi del Comune di Palermo

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