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Fratelli d’Italia e centrodestra: «Noi con la schiena dritta, così combattiamo la mafia»

I big del partito di Giorgia Meloni a Palermo. Delmastro: «In questi giorni, sciacalli accusano la coalizione di contiguità. Noi rispondiamo dicendo che abbiamo blindato l’ergastolo ostativo e sul 41-bis non abbiamo fatto un solo passo indietro»

Pugno di ferro e rivendicazione dei risultati e degli obiettivi raggiunti. Fratelli d’Italia, partito leader della coalizione di Governo, si ritrova a Palermo, all'hotel San Paolo, a pochi giorni dal trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio, che ha visto la visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e traccia la sua strada nella lotta alla criminalità, rispedendo al mittente le polemiche. Da Roma ecco che arrivano Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile, Chiara Colosimo, presidente della Commissione antimafia, e Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir. «Patenti non ce ne sono, siamo qui a parlare di antimafia con la schiena dritta» ha detto il sottosegretario Delmastro Delle Vedove, facendo intendere la cifra della giornata: la destra non ha più intenzione di essere chiacchierata, «in questi giorni, sciacalli accusano il centrodestra di contiguità - prosegue - allora noi rispondiamo dicendo che abbiamo blindato l’ergastolo ostativo, sul 41-bis non abbiamo fatto un solo passo indietro come invece diceva qualcuno che tuttora sceglie di andare dietro ai Baiardo di turno».

Il centrodestra rivendica la sua azione contro la mafia, sulla scia dei numeri elargiti dalla sua leader Giorgia Meloni in occasione dell’incontro con la stampa dopo il vertice in prefettura del 19 luglio: «La mafia si combatte anche con i comportamenti, le regole e i provvedimenti legislativi da dare a chi poi indaga. Sono quelli che incidono nella lotta alla mafia, non sono i dibattiti e le prese di posizione sociali - sottolinea il presidente della Regione Renato Schifani, che ha preso la parola per i saluti istituzionali -. Occorrono mezzi e questi mezzi che oggi consentono a chi indaga di poter sequestrare i patrimoni e ai mafiosi di non uscire dal 416-bis, queste regole le abbiamo volute noi del centrodestra. Regole da tutti votate, attenzione, ma l’iniziativa è stata nostra e questo deve essere un patrimonio da coltivare». Schifani dunque sottolinea con forza il contributo del centrodestra all’antimafia, «quella vera», che si fa «con fatti concreti - dice il sindaco Roberto Lagalla, invitato al congresso -, non si possono dare patenti, nessuno può darle».

Tra i partecipanti anche Alessandro De Lisi della fondazione Falcone, da tempo impegnata in un lavoro in sinergia con l’Amministrazione comunale che ha portato alla gestione di palazzo Jung. A sottolineare con più forza la differenza di azione tra le parti ci pensa Donzelli, che attacca il Movimento 5 stelle con un intervento molto duro: «Non accettiamo lezioni da nessuno - ha sottolineato - e penso agli amici del M5s che quando erano al governo hanno scarcerato i mafiosi e si sono resi necessari diversi interventi per recuperare. Momenti in cui lo Stato non ha avuto la schiena dritta. Risposte e frecciatine che lasciano poi spazio al talk, nel quale sale in cattedra la presidente della Commissione antimafia: «La criminalità ha ormai fatto in modo di confondere intimidazione con impresa - dice -. Adesso, chi intimidiva è cresciuto nelle nostre università più prestigiose e operano nell’economia legale. È un problema che affligge tutta Europa». In collegamento Sergio De Caprio, alias il capitano Ultimo che arrestò il capo dei capi nel 1993, ascolta compiaciuto le parole che scorrono tra gli applausi dei presenti, che con attenzione ascoltano l’analisi del ministro Musumeci: «Ci sono due minoranze, la mafia e l’antimafia - dice -, in mezzo c’è un’enorme zona grigia, fatta di gestualità, comportamenti, messaggi cifrati, ammiccamenti e pacche sulle spalle. Da qui parte tutto». E attacca chi pensa di poter dare patenti: «Io ho sempre paura di chi si professa quasi un super uomo - dice- una certa antimafia ha imbastito carriera poi si sono rivelati marci».

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