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Supertelescopio in Sicilia: nelle Madonie si riapre lo scontro, la Regione conferma i vincoli

Torna in discussione il progetto di un supertelescopio su Monte Mufara, nel Parco delle Madonie. L’assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana sostiene, in una nota ai soggetti interessati, che l’area individuata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e da quella italiana per installare l’apparecchiatura è sottoposta a inedificabilità assoluta per vincoli imposti da norme nazionali ma che sta lavorando con i ministeri competenti per superare questa impasse.  Il caso era stato sollevato da varie associazioni ambientaliste che ora tornano a chiedere di individuare un sito alternativo e di modificare il progetto che, a loro giudizio, prevede «spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica».

Di tutt’altro avviso è invece il polo astrofisico Gal Hassin di Isnello, al quale il telescopio dovrebbe fare capo. Monte Mufara, ha più volte sostenuto la Fondazione Gal Hassin, è stato scelto come uno dei migliori siti osservativi astronomici d’Europa. Inoltre, i vincoli di inedificabilità non toccano la ricerca scientifica, «anche in aree protette».

Il telescopio destinato a Monte Mufara, a quota 1850, è chiamato «FlyEye» (Occhio di Mosca) ed è formato da 16 telecamere che coprono un ampio arco visivo. Il progetto prevede una spesa di 27 milioni di euro. Varie sigle ambientaliste (Legambiente, Cai, Lipu, Wwf) hanno protestato per la scelta del sito che ricade in una zona protetta del Parco delle Madonie esposta, a loro giudizio, al rischio di «un grave oltraggio».

Le associazioni ambientaliste (CAi, Gre, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d’Italia e Wwf) prendono atto con soddisfazione della nota dell’assessorato regionale Territorio Ambiente acquisita ieri 13 luglio presso il Comune di Petralia Sottana, con cui viene ribadito che nell’area su cui si trova il progetto dell’osservatorio astronomico della Mufara esistono vincoli di inedificabilità assoluta ai quali la Regione Siciliana non può certamente derogare. «Quello che le Associazioni Ambientaliste sostengono da oltre un anno», si legge nella nota. «Occorre ora evitare - dicono gli ambientalisti - di continuare a forzare procedure e alimentare contenziosi, ma studiare le soluzioni alternative possibili che le associazioni propongono inascoltate da mesi e che riguardano la ricerca di un sito alternativo (come Monte San Salvatore) e la contestuale modifica del progetto che prevede attualmente spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica».

Ma «il governo regionale - dichiara l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Elena Pagana - sta lavorando con i ministeri competenti da mesi, per impedire che la Sicilia perda l’opportunità di realizzare un supertelescopio su Monte Mufara, nel Parco delle Madonie, nell’area individuata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e da quella italiana. Essendo una competenza nazionale, su richiesta della Regione, i ministeri hanno già avviato tavoli tecnici per superare vincoli esistenti, posti dallo Stato».

Nella foto una rappresentazione del telescopio FlyEye, sul Monte Mufara (fonte Esa)

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