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Nordio aggiusta la legge Cartabia: con l'aggravante di mafia si procede d'ufficio

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio

Marcia indietro sulla procedibilità solo a querela di parte, introdotta per alcune fattispecie di reato dalla riforma Cartabia, per contrastare la perseguibilità di certi reati in contesti mafiosi e non solo. A questo si lavora al Ministero di Via Arenula, sotto la guida del Guardasigilli Carlo Nordio, per evitare che per paura di ritorsioni le vittime rinuncino a denunciare. Il ministro è convinto che servano «interventi urgenti», di tipo normativo, per affrontare le «criticità emerse» con l’applicazione delle nuove norme.

Due giorni fa durante un processo a Palermo, la stessa procura è stata costretta a chiedere la scarcerazione di tre imputati di lesioni aggravate dal metodo mafioso per mancanza della querela. Nel caso specifico, i tre malavitosi sono rimasti in stato di reclusione in quanto detenuti per altri reati, ma il fatto ha comunque elevato l’allarme da parte della magistratura. Come prevede la riforma Cartabia, le vittime sono state interpellate dal giudice ma si sono rifiutate di querelare i tre mafiosi sotto processo e ai pm non è rimasto che chiedere la revoca della misura.

«Le recenti notizie in ordine alla probabile revoca di misure cautelari per reati diventati procedibili a querela, pur quando sia contestata l’aggravante del metodo mafioso o dell’agevolazione mafiosa, impongono un ripensamento, in tempi rapidi, delle scelte del legislatore», aveva detto subito Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm. Oggi il ministro Nordio ha fatto sapere che «sono in corso le valutazioni necessarie a riconsiderare alcune scelte di rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza». Ma la procedura di revisione della riforma, puntualizza lo stesso ministero della Giustizia, non può ignorare gli impegni presi con l’Europa e il Pnrr. «Non può essere dimenticato - afferma infatti la nota di Via Arenula - che le riforme processuali sono state oggetto di esame da parte della Commissione Europea, e ritenute, allo stato, idonee a garantire all’Italia le risorse indispensabili per la ripartenza, con la conseguenza che ogni loro modifica non potrà non tenere conto di tale determinante percorso».

Interviene, a circoscrivere le preoccupazioni, il professore di diritto penale Gian Luigi Gatta, ex consigliere della ministra Marta Cartabia che dice «attenzione a screditare la riforma della giustizia penale, che non ha toccato i reati di criminalità organizzata» e non ha reso «procedibili a querela ’reati contro il patrimonio in contesti mafiosì «, a suo parere occorrono aggiustamenti «limitati» e da realizzare «in modo chirurgico». «La riforma - sottolinea Gatta - non ha in alcun modo toccato l’estorsione, l’usura, il sequestro di persona a scopo di estorsione e la rapina, cioè i classici reati contro il patrimonio tipici dei contesti mafiosi. E nemmeno ha toccato gli altri classici reati di criminalità organizzata, diversi da quelli contro il patrimonio, che restano procedibili d’ufficio».

Secondo Gatta, «nell’interesse del Paese, è bene evitare nel dibattito pubblico inutili toni allarmistici. Bene ha fatto il Ministero della Giustizia, nel comunicato, a sottolineare gli impegni assunti con il Pnrr». Parere favorevole ai correttivi ai quali sta lavorando il ministro Nordio, viene dalla senatrice dem Vincenza Rando. «Ci sarà tempo e modo per approfondire quanto il governo vorrà fare, ma credo - afferma l’esponente del Pd - sia necessario ribadire la necessità di intervenire subito affinché si evitino altri episodi come quello avvenuto a Palermo, che rischiano di minare il lavoro della magistratura e la tutela dei cittadini», conclude la senatrice. «Finalmente il governo ha capito la gravità dei danni provocati dalla riforma Cartabia in materia di procedibilità per diversi reati che suscitano allarme sociale. Ma i difetti di quel decreto legislativo approvato a ottobre non si fermano qui. Oggi il ministero di via Arenula annuncia un intervento correttivo. Meglio tardi che mai», sottolinea il senatore M5s ed ex pm antimafia Roberto Scarpinato.

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