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Covid, in Sicilia da gennaio si cambia: vaccini e tamponi solo nelle strutture delle Asp

Fiera del Mediterraneo: le strutture anti-Covid saranno chiuse

I servizi anti-Covid svolti finora dalle strutture commissariali, istituite durante la pandemia nelle province di Palermo, Messina e Catania e in scadenza il prossimo 31 dicembre, «verranno totalmente assorbiti dalle Aziende sanitarie locali, sotto la guida dei dipartimenti di Prevenzione». Parola dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, che ieri pomeriggio ha incontrato i vertici delle Asp interessate per fare il punto sulla situazione epidemiologica nell’Isola, ricevendo rassicurazioni in merito alla possibilità di gestire il volume di prestazioni che finora, in materia di screening e vaccinazione, è stato realizzato dalla «macchina» emergenziale guidata dai commissari Covid di Palermo, Renato Costa, di Catania, Pino Liberti, e di Messina, Alberto Firenze, i cui motori, di conseguenza, verranno spenti a Capodanno per passare definitivamente in capo alle aziende sanitarie.

Aziende che già oggi, va ricordato, eseguono vaccini e tamponi, anche se con numeri inferiori rispetto alle prestazioni svolte negli hub delle strutture commissariali, a cominciare da quello della Fiera del Mediterraneo, destinato a chiudere dopo Capodanno, anche se forse non immediatamente: giusto il tempo di abituare al cambiamento gli utenti, che, sottolinea Volo, «verranno comunque debitamente informati: abbiamo due settimane per avvisare i cittadini». Quel che è certo, ribadisce l’assessore, è che i cosiddetti “precari del Covid”, pure loro “in scadenza” il 31 dicembre, «verranno reimpiegati tutti, stavolta sotto la direzione delle Asp». Quanto meno gli operatori sanitari. Ancora incertissimo, invece, il futuro del personale amministrativo e tecnico, che rappresenta la maggior parte del bacino dei Co.co.co impiegati per l’emergenza epidemica e che, ricorda Costa, «è stato fondamentale per tracciare la popolazione e seguire il percorso dei pazienti in questi anni durissimi».

Dalla Regione, sottolinea Volo, «ci sarà il massimo impegno per sistema pure loro», ma non sarà facile, visti anche i margini economici di Palazzo d’Orleans, a meno che dal governo o dal Parlamento nazionale non esca un paracadute, una norma che permetta il rinnovo del contratto anche a chi non è medico o infermiere.
Intanto, mentre la Fondazione Gimbe, durante la settimana 2-8 dicembre, registra in Sicilia un aumento di contagi pari al 13,7% rispetto ai sette giorni precedenti, nelle ultime ore si contano altri sette ingressi in Rianimazione e, rimarca Costa, «un numero crescente di pazienti positivi nei nostri nosocomi». Un trend, quest’ultimo, fotografato pure a Catania, da Carmelo Iacobello, direttore dell’Uoc di Malattie Infettive dell’ospedale Cannizzaro: «Dopo un periodo di calma, ho di nuovo il reparto pieno di malati Covid, per la maggior parte anziani e fragili».

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