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Il giorno dopo i roghi nel Palermitano parlano i sindaci: "Serve prevenzione"

Il fumo del rogo alle spalle del centro abitato di Misilmeri

Immagini drammatiche sin dal mattino di domenica con una colonna di fumo che a causa della scarsa presenza di vento sembrava uscire da un cratere vulcanico. Il fumo nel corso della giornata era visibile a Santa Cristina Gela, Piana degli Albanesi e Belmonte Mezzagno e perfino da Palermo. A Misilmeri si contano i danni. "Un inferno, quello che abbiamo visto oggi non può che essere opera di pazzi o di gente che lucra sull'ambiente distruggendolo, non ci sono altre motivazione. Dietro questi incendi c'è una mano demoniaca. Ci vuole maggiore prevenzione". Esordisce così il sindaco di Misilmeri Rosario Rizzolo dopo una giornata domenicale drammatica per Misilmeri.

"L'incendio è partito nelle prime ore di domenica e si è sviluppato in tutta l'aria demaniale di Raffe e Gulino - continua Rizzolo - ettari di bosco in cenere in pochi minuti dopo anni di lavoro dei forestali. Abbiamo perso due polmoni verdi di Misilmeri e con loro sono andati in cenere anche gli investimenti fatti dagli organi preposti. Chiediamo aiuto alla Regione e ci rivolgiamo anche alle autorità competenti per cercare di individuare i colpevoli. Dalle prossime ore ci metteremo a lavoro per quantificare i danni".

Tre Canadair e un elicottero hanno lavorato tutto il giorno per spegnere l'incendio con tante difficoltà. A causa di mancanza di vento consistente nelle prime ore della giornata i mezzi in volo non potevano avvicinarsi troppo alle aree colpite dalle fiamme per la colonna di cenere era pericolosissima. Verso mezzogiorno il vento ha spinto il fumo verso nord est e così per i mezzi aerei è stato più facile arrivare nelle aree più colpite. Per alcuni momenti si è tenuto anche che il fumo e la cenere si potesse dirigere verso Marineo dove era in corso la partita di calcio Marineo -Mazara e in piazza la manifestazione Premio città di Marineo. Il misilmerese Gaetano Di Pisa, ex forestale, presente al campo sportivo di Marineo, osservando il fiume di fuoco che divorava il bosco di Gulino, aveva le lacrime agli occhi. "So che significa tutto ciò. Anno di lavoro, di sacrifici, di costi e di investimenti pubblici - ha detto Di Pisa- Sono senza parole. Non capisco cosa passi per la mente di questi criminali. È triste. Molto triste".

“Un’alta colonna di fumo, visibile dal nostro paese, ha avvolto il cielo a seguito di un vasto rogo presumibilmente di origine dolosa, che ha divorato il Parco sul Monte Gulino – spiega il sindaco di Marineo Francesco Ribaudo – un gioiello naturalistico. Un polmone verde che verrà a mancare per decenni al nostro territorio lasciando tanta amarezza in chi lo ha visto nascere e crescere dagli inizi degli anni ’80”. Questo disastro forse poteva essere evitato.

Anche per il  sindaco di Belmonte Mezzagno, Maurizio Milone serve più prevenzione e un organizzazione del servizio di emergenza incendio più efficace, con mezzi e uomini specializzati.

 

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