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Chinnici: «Abbiamo gli strumenti per evitare che la mafia metta le mani sui fondi del Pnrr»

Caterina Chinnici alla commemorazione della strage (foto di Alessandro Fucarini)

«Nel nostro paese abbiamo gli strumenti sia normativi che operativi per mettere i finanziamenti europei al riparo dalle infiltrazioni criminali: occorrono la volontà e la collaborazione di tutti perché questi strumenti possano efficacemente funzionare». L’ha detto l'eurodeputata e candidata alla presidenza della Regione per il centrosinistra Caterina Chinnici al seminario su «I programmi di finanziamento europei, tra semplificazione amministrativa e rischi di infiltrazione della criminalità», che si è svolto a Palermo nell’aula magna della Corte di Appello, nel palazzo di giustizia, in occasione del 39° anniversario della strage mafiosa di via Pipitone Federico in cui il giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo e ideatore del pool antimafia, perse la vita insieme a due carabinieri della scorta e al portiere del palazzo in cui il magistrato abitava.

«Semplificazione e accelerazione delle procedure - ha detto ancora Caterina Chinnici, figlia di Rocco - devono andare di pari passo con il mantenimento di un’attenzione massima alla prevenzione e al contrasto nei confronti delle infiltrazioni criminali. Semplificare deve cioè significare riduzione delle zone grigie e garanzia di certezza, non certo rinuncia ai controlli. Che le organizzazioni criminali guardino ai fondi europei come occasione di arricchimento non è una novità e ne sono ben consapevoli magistratura e forze dell’ordine, impegnate da anni su questo fronte. A rendere oggi di massima urgenza la questione sono l’eccezionalità del momento che attraversiamo, il più difficile della storia europea dal dopoguerra, e la dimensione senza precedenti dello stanziamento disposto dall’Ue in seguito alla pandemia, circa 1.800 miliardi di euro in totale tra Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e NextGenerationEU».

Il seminario, organizzato dalla Fondazione Rocco Chinnici in collaborazione con l’Associazione nazionale magistrati e con Bcc Don Rizzo, è stato introdotto dall’avvocato Giovanni Chinnici, presidente della fondazione stessa, e dagli altri saluti istituzionali, affidati al presidente della Corte di Appello Matteo Frasca, al procuratore generale Lia Sava, al questore Leopoldo Laricchia, al generale Rosario Castello, comandante della Legione Carabinieri Sicilia, e al generale Riccardo Rapanotti, comandante regionale Sicilia della guardia di finanza.

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