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Palermo tiene viva la memoria di Rocco Chinnici 39 anni dopo la strage: deposte corone di fiori

Palermo come Beirut. Titolarono così i giornali quel 29 luglio del 1983, quando una Fiat 126 imbottita di tritolo saltò in aria con l'intento di uccidere il magistrato Rocco Chinnici. Insieme a lui, a perdere la vita, al civico 59 di via Pipitone Federico: il colonnello Mario Trabassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. A trentanove anni dalla strage, quattro corone di fiori tengono viva la memoria.

“Con il ricordo del sacrificio di Rocco Chinnici, magistrato lungimirante, – afferma il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, durante la cerimonia ufficiale - si rinnova l'invito rivolto ai giovani tanto quanto agli amministratori locali a non abbassare mai la guardia nel contrasto alle mafie".
Tra i presenti alla cerimonia, insieme al primo cittadino, il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, il questore Leopoldo Laricchia, il presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo e il procuratore generale presso la Corte d'appello, Lia Sava.

Dietro le corone anche la figlia del magistrato, oggi candidata alla presidenza della Regione per il centrosinistra, Caterina Chinnici: "Mio padre è stato un magistrato moderno e visionario che ha segnato un percorso importante d'impegno che viene riconosciuto oggi anche a livello europeo – spiega ai giornalisti presenti - è stato molto presente nella vita di noi figli. Quando eravamo piccoli era molto amorevole, era una presenza rassicurante mai invadente. Questo essere sempre al nostro fianco ci ha fatto crescere sereni, sapevamo che c'era, c'è stato sempre e continua a esserci".

Nel video le interviste a: Leopoldo Laricchia, questore di Palermo; Roberto Lagalla, sindaco di Palermo; Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici.

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