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Palermo, il centro Pio La Torre chiede ai candidati di schierarsi apertamente contro la mafia

Le Regioni chiedono un voto più inclusivo e sostenibile

L’assemblea del Centro studi Pio La Torre, nell’anno in cui si commemora il quarantesimo anniversario dell’assassinio di Pio La Torre, politico impegnato nella «ricerca della tutela dei più deboli e contro ogni uso della politica a vantaggio di poteri forti e criminali», chiede a tutti i candidati alle prossime elezioni di assumere una «chiara posizione sul tema della legalità e dell’antimafia rifiutando pubblicamente, prima di tutto, ogni sponsorizzazione da uomini pregiudicati per collusione col sistema politico-mafioso e facendo conoscere i propri programmi di contrasto e di prevenzione antimafia sul piano culturale, politico e amministrativo».

«Le mafie, vecchie e nuove, con la violenza fisica (o la minaccia del suo uso) e con la corruzione, storicamente hanno dimostrato che il loro arricchimento produce l’impoverimento delle comunità di origine e dei nuovi insediamenti territoriali che li accolgono, rendendo debole l’azione del governo comunale. Palermo, la Sicilia e l’Italia hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane e sottosviluppo economico e sociale a causa della corruzione politico-mafiosa che ha rubato fondi pubblici e diseducato interi settori della pubblica amministrazione al corretto ed efficiente utilizzo del denaro pubblico», afferma una nota.. La richiesta a ogni candidato a sindaco di una «posizione chiara contro i pericoli di infiltrazioni mafiose e corruttive diventa indispensabile considerando anche l’arrivo dei fondi del Pnrr che sono sicuramente un ricco boccone per poteri corrotti e mafiosi».

L’assemblea del Centro Pio La Torre ritiene che «l'impegno richiesto costituisce azione concreta per impedire che mafie e corruzione tornino al governo di Palermo».

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