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Crocifisso in aula, Pennisi contro il ministro: "Toglierlo sarebbe aiuto a Salvini"

Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale

«Togliere il crocifisso dalle aule scolastiche? Servirebbe solo ad aiutare il leader della Lega Matteo Salvini». Lo dice l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, dopo le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti secondo cui «le scuole devono essere laiche».

«Quel partito - aggiunge - utilizzerebbe la vicenda per la sua battaglia contro il governo che oltre ad aumentare le tasse urterebbe la sensibilità di gran parte degli Italiani».

Secondo Pennisi «le parole di Fioramonti non sarebbero molto popolari».

L’arcivescovo cita anche la sentenza del consiglio di Stato del 2006 secondo cui il crocifisso può restare nelle aule scolastiche e una sentenza del 2011 della grande camera della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha respinto la causa di una cittadina italiana e dei suoi due figli, entrati nel ricorso una volta diventati maggiorenni, che non volevano il crocifisso nelle aule scolastiche denunciando la violazione del principio di laicità.

Le dichiarazioni del ministro hanno insomma riaperto la controversia, mai sopita, fra cattolici e laici, fra chi e pro o contro il crocifisso in aula. «Credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare», ha detto ieri il ministro.

«Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere», ha aggiunto Fioramonti. Si è detto contrario ad esporre nelle aule i vari simboli religiosi.

«Eviterei l’accozzaglia, diventa altrimenti un mercato» e non è favorevole nemmeno alla foto di Mattarella nelle aule perché, a suo dire, «neanche il presidente la vorrebbe».

 

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