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Adeguamenti dei contratti, buoni pasto, pochi autisti: i lavoratori dell'Amat in piazza a Palermo

La protesta dei sindacati: rivendicata la contrattazione di secondo livello

L’Amat scende in piazza a Palermo per la seconda volta dall’inizio dell’anno. Lo sciopero di questa mattina (21 febbraio) si avvicina al 100% di adesione dei lavoratori: le 14 vetture del tram sono rimaste in deposito, così come i 168 mezzi gommati, per un totale di un centinaio di dipendenti in strada. Tante le richieste dei sindacati compresi gli episodi di violenza subiti sempre più spesso dagli autisti

«Non abbiamo nemmeno i buoni pasto - spiega Giovanni Riggio, autista dell'azienda - e non abbiamo l’indennità di guida. Tante le richieste che i nostri sindacati hanno rappresentato al Comune ma abbiamo sempre trovato un muro. Noi facciamo questo lavoro con dedizione e sacrificio, dispiace per il disagio di oggi ma è nostro diritto farci sentire: quel minimo che ci spetta dobbiamo rivendicarlo». I lavoratori rivendicano la contrattazione di secondo livello, che porterebbe ad aumenti di stipendio e benefit come straordinario e buoni pasto.

L’azienda di via Roccazzo soffre da tempo della carenza di personale e i sindacati battono il pungo sulle mancate assunzioni: «La carenza organica è ormai cronica - sottolinea Katia Di Cristina della Uil Trasporti -. Mancano autisti, circa una sessantina, e ci sono 27 vincitori di soccorso già utilizzabili. C’è il rischio di isolare le periferie - continua -, dieci anni fa c’erano circa 300 autobus, ora siamo a 150: anche le macchine dunque sono carenti».

Sul sistema pesa anche il tram: «Il costo è 12 euro a chilometro, mentre ne riceviamo circa 4,80 - attacca Salvatore Girgenti della Cisl - il tram è stato per anni interamente sulle spalle di Amat e non si può reggere un peso così pesante con i pochi contributi del Comune e della Regione. Per noi il tram possono anche privatizzarlo: noi garantiamo il gommato che fornisce sicurezza alle famiglie».

nel video le interviste a Giovanni Riggio, autista; Katia Di Cristina, Uil Trasporti; Salvatore Girgenti Cisl; Carlo Cataldi Cobas

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