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Sciopero dell'Amat a Palermo per il nuovo contratto, fermi 148 bus su 157

L'adesione è stata pressoché totale, ma la vertenza per gli adeguamenti non si sblocca. I sindacati: «La prossima volta ci fermeremo per 8 ore»

.Palermo.Il Presidente dell'Amat Michele Cimino presenta i nuovi autobus. Ph.Alessandro Fucarini

È stata del 100 % l’adesione allo sciopero di 4 ore dalle 9 alle 13, indetto per la giornata di oggi dai sindacati dell’azienda trasporti di Palermo, Filt-Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal, Ugl Trasporti, Cobas Trasporti e Orsa Trasporti. Nei dettagli, su 157 vetture 148 hanno fatto rientro in rimessa dalle 9, adesione totale anche da parte del personale amministrativo, dei punti vendita, dei verificatori, ausiliari e del personale officina. Ma non sarà l’unica azione prevista in queste settimane dicono i sindacati che annunciano, dopo l’incontro con il Cda dell’Azienda, la chiusura negativa anche di questa fase della vertenza, preparandosi dunque ad una seconda giornata di sciopero, stavolta di otto ore.

«Non ci sono risorse, il presidente Amat lo ha detto chiaramente - spiegano Franco Mineo Filt Cgil. Salvatore Girgenti Fit Cisl, Francesco Trupia Uiltrasporti, Fabio Danisvalle Faisa Cisal, Corrado Di Maria Ugl Trasporti, Carlo Cataldi Cobas Trasporti e Giuseppe Taormina Orsa Trasporti -, e questo peserà sul rinnovo del contratto di servizio con somme adeguate che abbiamo piu volte chiesto, e sull’adeguamento al caro vita delle retribuzioni dei lavoratori». «Il piano di riequilibrio del Comune di Palermo non lascia margini per il recupero di maggiori risorse, così abbiamo sollecitato affinché Amat e Socio Unico si seggano attorno ad un tavolo per discutere del futuro di questa azienda e che incontrino anche le parti sociali» aggiungono.

«Attendiamo ancora un impegno da parte dell’amministrazione comunale - continuano - È necessario, lo ribadiamo, che ai lavoratori venga riconosciuto l’adeguamento delle retribuzioni divenute assolutamente insufficienti per affrontare il caro-vita, sia per l’attuale momento d’inflazione sia perché da oltre un decennio le loro paghe non hanno ricevuto alcun aumento dall’azienda che, al contrario, ha continuamente richiesto sacrifici ai lavoratori al fine di fronteggiare un contenzioso fiscale con il Comune per la Tosap».

«In tutti questi anni i lavoratori hanno infatti sopportato il peso di scelte aziendali improntate ad accettare passivamente le imposizioni del socio che si è sottratto alla ricapitalizzazione dell’azienda traendone sostegno attraverso la riduzione del capitale sociale. Tale situazione ricade negativamente non solo sui lavoratori dell’Amat che ne stanno subendo le relative conseguenze, ma anche verso i cittadini che ne pagano il costo più alto vista la progressiva riduzione del servizio loro giornalmente erogato con una media attuale di 150 bus contro i 300 bus di una volta» concludono.

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