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Olio siciliano fra innovazione e sperimentazione: «I cambiamenti climatici cambiano le coltivazioni ma ci si può difendere»

A Palermo la 14esima edizione de L'isola del Tesolio

Nuovi metodi di coltivazione e di raccolta nella filiera olivicola e innovazione nel package e nel marketing, mantenendo le tradizionali cultivar. Si è parlato di ricerca, innovazione e sperimentazione, questo il focus scelto per la 14esima edizione de L'isola del Tesolio, il convegno promosso e organizzato dal Cofiol (Consorzio filiera olivicolo) che si è tenuto allo Splendid Hotel La Torre di Mondello, a Palermo. Si è fatto il punto della situazione sulla produzione e si è aperto un confronto su come salvaguardare le aziende e come stare al passo con i cambiamenti climatici.

«Le tradizioni nell’olio d’oliva sono legate alle nostre cultivar, che sono patrimonio di questa terra – spiega l’imprenditore oleario Manfredi Barbera -. Non mi piace mischiare i Dna delle olive per arrivare a delle qualità innestate. Noi abbiamo delle cultivar autoctone meravigliose dal punto di vista organolettiche, nutraceutico quindi non credo ci sia bisogno di grande innovazione da questo punto di vista. Dobbiamo sicuramente mettere in fila ricerca, sperimentazione e innovazione nel processo della filiera che parte dall’aggregazione della filiera stessa al metodo di coltivazione, di raccolta, di estrazione nel package e nel marketing».

Sul problema della siccità e la crisi idrica che stanno causando non pochi problemi alle produzioni agricole, Barbera risponde: «Noi, primi in Sicilia abbiamo impiantato una grossa azienda con le cultivar siciliane con un sistema di coltivazione moderno con una riserva idrica. Abbiamo realizzato un lago che sia a supporto dell’irrigazione di queste piante. Abbiamo realizzato un lago con un Psr, una misura europea e la Regione Siciliana ci è stata accanto. Questo è un vero e proprio campo sperimentale. Questa è sperimentazione applicata».

Felice Mattia, direttore di Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) spiega che è stata avviata una fase di monitoraggio sul territorio siciliano per garantire i bisogni di qualità e sicurezza espressi dal consumatore e le esigenze di tutela provenienti dai produttori che richiedono le necessarie garanzie circa il rispetto delle regole per evitare fraudolenti alterazioni delle condizioni di mercato. Noi operiamo controlli su tutte le filiere agroalimentari, tra cui quella anche olivicola. Nel 2023 sono stati effettuati 2 mila controlli, 200 campioni fatti su tutta la filiera. In linea di massima i risultati sono positivi. Ci sono state diverse operazioni compiute rientranti nell’ambito delle irregolarità amministrative».

Francesco Tabano, presidente di Federolio, sottolinea l’importanza della qualità dell’olio: «La qualità è un fatto oggettivo perché esistono delle analisi chimico-fisiche, ci sono esami organolettici che dall’assaggio danno il riscontro sulla qualità stessa del prodotto – dice Tabano -. Credo però che esista anche una qualità soggettiva. Alla qualità intrinseca del prodotto va affiancato sempre il gusto. Spesso al consumatore piacciono delle cose e non necessariamente sono eccellenti di qualità. Abbiamo delle cultivar magnifiche in Italia con degli aspetti salutistici importanti ma magari con dei retrogusti un po' amarognoli che non sempre incontrano il favore del consumatore».

nel video le interviste a Manfredi Barbera, imprenditore; Felice Mattia, direttore di Icqrf; Francesco Tabano, presidente di Federolio

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