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Palermo, alla Rap le assunzioni sempre più in salita

L’azienda non ha risorse sufficienti ma sborsa milioni per esternalizzare una serie di servizi

La sede della Rap, in piazzetta Cairoli, a Palermo

Un cane che si morde la coda. La Rap, l'azienda partecipata del Comune di Palermo che gestisce il servizio dei rifiuti, somiglia sempre di più a quest’immagine. Ha bisogno di lavoratori, ma non li può assumere perché manca il piano industriale. Il quale ha bisogno dell’asseverazione della società di revisione, che però non può essere la stessa di quella che si è pronunciata sul bilancio. E così anche la notizia sui 46 nuovi autisti da incamerare in azienda si infrange sugli scogli delle norme che regolano gli organici degli enti a partecipazione pubblica.

«Stiamo correndo per trovare una soluzione - dice il presidente Giuseppe Todaro -. Purtroppo stiamo incappando in questa serie di intoppi da cui speriamo di liberare l’azienda quanto prima».
Ma, paradosso dei paradossi, se la limitazione delle assunzioni risponde all’esigenza di evitare spese se non si è a posto con i conti, questo non impedisce all’azienda di esternalizzare alcuni servizi. A suon di milioni di euro. Tanto per fare un esempio, la raccolta differenziata del vetro vale 570 mila euro, carta e cartone 800 mila, ingombranti su strada 1,7 milioni, ingombranti dai Ccr 3,3 milioni. Appalti annuali a imprese private.

Una situazione che fa dire al sindacato maggiormente rappresentativo in azienda, la Cisl, che non è più tempo di procrastinare ed è arrivato il momento di mettere veramente in salvo l’azienda. Tutto questo lo fa con un lungo comunicato alla vigilia dell’incontro con i vertici della società di igiene ambientale per il rinnovo degli accordi aziendali sui doppi turni degli operai per consentire di completare i turni di raccolta durante le festività natalizie. In sostanza si «impone» ai lavoratori di effettuare mezzo turno supplementare, con pagamento extra s’intende, per sopperire alla carenza di organico. Anche qui, come è noto, c’è una selezione avviata per 306 operatori, che non può fare uno scatto in avanti per le note questioni. «Ma anche basta - dice Dionisio Giordano, segretario generale della Fit-Cisl Sicilia -. Continuiamo a essere convocati dall’azienda per firmare la proroga di accordi sindacali che pesano sulla salute dei lavoratori e sui conti dell’azienda. È ora di finirla». Loda il sindaco Lagalla per avere impresso velocità all’approvazione del Bilancio, se si lamenta ad esempio del fatto che dopo un mese dall’approvazione in Consiglio, ancora mancano all’appello i 20 milioni delle vasche esauste. «Non è ancora arrivato nemmeno un centesimo», dice Giordano. E anche qui si registra l’ennesimo corto circuito: pur avendo in teoria i soldi in pancia, l’azienda non dispone nemmeno di un euro, tanto è vero che l’altro giorno s’è vista arrivare un decreto ingiuntivo con visita dell’ufficiale giudiziario che ha pignorato per 16 mila euro tavolo, tv a schermo piatto e sedie della sala conferenze dove qualche ora dopo sarebbe stata presentata la campagna contro l’abbandono degli ingombranti, vecchia piaga di questa città.
«Il presidente Todaro è certamente una gran brava persona - si legge nel comunicato - ma i 171 mezzi nuovi per la differenziata sono ancora fermi in autoparco per mancanza di personale e la soluzione non può continuare ad essere l’esternalizzazione milionaria dei servizi».

Fatto è che domani azienda e sindacato si rivedranno nuovamente per riproporre i contorni di un’intesa sui doppi turni. «Andremo al tavolo - conclude Giordano - con l’arcinoto senso di responsabilità che ci ha contraddistinto in questi anni: va affrontato il tema della pulizia straordinaria durante le festività natalizie e noi non ci sottraiamo. Ma deve essere una intesa a tempo». E pone una condizione: «Si dia subito corso agli impegni assunti, condivisi e votati, a partire dai 20 milioni».

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