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Svolta per gli ex dipendenti Blutec, sì ai sostegni per i pensionamenti

I lavoratori dello stabilimento Fiat di Termini in una foto del 2011

La norma era stata anticipata nel corso della seduta dell’Ars di mercoledì. Il giorno prima l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, aveva incontrato i sindacati insieme ai commissari Blutec ed esposto l’idea di un «accompagnamento» verso la pensione da inserire nella finanziaria e aveva ricevuto un via libera per il lavoratori dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. La norma è finita nella manovra approvata venerdì sera, stanzia 30 milioni di euro (Fondi Ue) e prevede un percorso di uscita per la maggioranza dei 584 lavoratori in cassa integrazione dal 2011.

Una mossa per rendere più agevole la cessione delle aree dell’ex stabilimento. Alle porte del quale si concentra l’interesse di tanti gruppi: per le agevolazioni previste dalle Zes (e dalle Superzes regionali), e per un mutato contesto geopolitico che mette la Sicilia al centro di alcuni notevoli investimenti. Energetici prima di tutto. «Grazie alla sensibilità di tutte le forze politiche, il Parlamento siciliano ha varato una norma, con cui di fatto agevoliamo centinaia di lavoratori a sganciarsi dalla cassa integrazione approdando alla pensione ottenendo così una rilevante riduzione dei numeri dei lavoratori rimasti nel bacino ex Blutec - commenta Turano - adesso abbiamo tutte le carte in regola per attrarre nuovi investimenti».  «Proviamo a ridurre drasticamente i numeri dei lavoratori rimasti nel bacino Blutec, rendendo, indirettamente, attrattivo il sito a nuove aziende che intendono investire a Termini» , aggiunge Luigi Sunseri, deputato del M5S.

Anche i sindacati dicono la loro. Per Simone Marinelli, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil e Roberto Mastrosimone, segretario Fiom Sicilia «è necessario proseguire il confronto che deve essere risolutivo al rilancio dell’area industriale». «Le nostre priorità restano lo sforzo di reindustrializzazione del sito e nel frattempo la tutela con gli ammortizzatori sociali anche di coloro che nell’indotto hanno perso il lavoro», dicono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo. «Questa soluzione - aggiungono Antonio Nobile della Fim Cisl e il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana - , passa dal rinnovo dell’accordo nazionale che deve essere da supporto alla vertenza con le risorse che servono per riqualificare il polo industriale». Nei prossimi giorni è previsto un incontro al Mise alla luce delle nuove norme. La Sicilia rilancia con i 90 milioni messi a disposizione per il rilancio dell’area.

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