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Salta l’accordo con l’Amap, erogazione a rischio in 42 comuni

L’azienda avrebbe dovuto prendere in carico il servizio che era gestito dalla fallita Aps. Ed è scontro con la Regione sui fondi

PALERMO. Da oggi i paesi della provincia rischiano di vedere i rubinetti di casa asciutti come un osso. È saltato l’annunciato accordo con Amap (l’azienda comunale dell’acquedotto) che avrebbe dovuto prendere in carico operativamente il servizio che prima era gestito da Aps (fallita) per conto dell’Ato-idrico, in 42 Comuni. Le reti, a questo punto, tornano nella disponibilità dei Comuni che, però, non hanno né le risorse finanziarie né competenze tecniche per gestire in proprio l’attività. Addirittura, la legge impedirebbe lo svolgimento in house del servizio. E siamo, così, al paradosso. Ad aggravare il quadro c’è un debito di quasi 5 milioni di euro dell’Ato con Enel che potrebbe interrompere a breve l’erogazione dell’energia bloccando, così, le pompe che sollevano l’acqua da smistare nelle condotte.

La doccia gelata è arrivata ieri, intorno all’ora di pranzo. Un comunicato dell’assessore regionale all’Energia, Vania Contrafatto, chiude definitivamente qualsiasi spiraglio, almeno per il momento.

«Dobbiamo prendere atto - scrive l’esponente del governo regionale - che Amap non è in condizione di poter rilevare il servizio idrico integrato svolto da Aps».

«Non è vero - le risponde ferma Maria Prestigiacomo, presidente di Amap -, il presidente Crocetta si era impegnato a fornirci 8 milioni di euro come contributo di start-up. Ora ci comunicano che non è possibile. Ricordo che la Regione è inadempiente perché da tempo avrebbe dovuto legiferare sugli ambiti territoriali e non l’hanno fatto».

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