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Dagli albori ad oggi, la storia continua: Tgs compie 45 anni

Lo spettacolo di punta fu il Pomofiore, ma dall'emittente del Giornale di Sicilia passarono numerosi artisti e giornalisti

Era il 24 ottobre 1978 ed esisteva ancora il monoscopio che chiunque abbia più di cinquant’anni si ricorda perché ti proiettava in una sorta di limbo di attesa. Ad un certo punto il monoscopio si dissolse e Loredana Bona salutò il nuovo pubblico di quella che a breve dal sontuoso Telegiornale di Sicilia sarebbe diventata l’affettuosa TGS.

«Signore e signori, buonasera e benvenuti sui canali 22 e 50. Questa è Tgs, Tele Giornale di Sicilia. Va ora in onda il notiziario». Erano le 20,20, prima dieci minuti di news, poi un programma sulle comunità primitive, «Vento di terre lontane», seguito da uno spy-movie con Tom Courte nay e Romy Schneider, «L'incredibile affare Kopcenko» di Dick Clement, film che era stato girato appena sei anni prima, vederlo già in tv era stata una piccola rivoluzione. Alle 23, altra edizione del notiziario, le primissime sortite sul quotidiano in edicola l'indomani, e i programmi del 25. Non c’erano ancora i risultati di ascolti della futura Auditel, ma nei soggiorni palermitani le famiglie erano già riunite e quarantacinque anni fa, esatti, faceva la sua comparsa la tv del Giornale di Sicilia, e da questo momento non si andrà più a pranzo senza, pane, tg e companatico.

Nulla di vero se non lo annuncia Tgs, che è strettamente legata alla redazione ultracentenaria del Giornale di Sicilia: l’allora editore Antonio Ardizzone e il direttore del quotidiano Lino Rizzi chiamano Arturo Grassi, «vice» degli Spettacoli, alla guida del telegiornale, mentre altri cronisti lavoravano anche al settimanale per gli emigrati in Usa. Mario Francese e Nicola Volpes erano le firme della «nera» e della «giudiziaria», Felice Cavallaro e Gianni Daniele dividevano le inchieste – magari con qualche sortita autorizzata in altri mondi meno rigidi, come quella volta in cui Gianni Daniele, inviato a una mostra canina, «intervista» un quadrupede che davanti al microfono risponde educatamente con un bau-bau che fece storia -; per lo sport, non si muoveva palla senza l’occhio di Giuseppe Siragusa e Mario Pasta, Giuseppe Bagnati e Guido Fiorito curavano le rubriche settimanali sul Palermo.

Quarantacinque anni fa, mica poco: il notiziario aveva due edizioni, la prima alle 20,20, la seconda oscillava tra le 23,30 e mezzanotte, ma spessissimo si sforava anche perché erano tutte e due rigorosamente in diretta e questa seconda seguiva i varietà della sera, che continuavano ben oltre la mezzanotte, tra gli improperi dei giornalisti costretti ad aspettare tempi biblici. Le trasmissioni non erano poche, anzi, perché Tgs a cavallo tra anni ’70 e anni ’80 era la televisione a più alto tasso di intrattenimento tra le emittenti private siciliane, e le produzioni erano tantissime, e continuarono anche quando la tv strinse un patto di ferro con il network Italia7 che forniva «pacchetti» preconfezionati a integrazione del palinsesto.

Ed eccoci alle prime trasmissioni, con tutta una sfilza di aneddoti a corredo: a partire ovviamente e giustamente, dal Pomofiore, nato su Telealtomilanese e poi allargato a macchia d’olio sull’intera penisola. Una sorta di Corrida senza Corrado – o di X-Factor senza giudici presenzialisti - dove potevi beccarti una pioggia di fiori di plastica ma anche i meno graditi finti pomodori mollicci: alcune balde fanciulle bionde, le «spigolatrici», raccoglievano gli oggetti ricevuti dai poveri concorrenti, che venivano contati per formare una classifica, a partire dal migliore a finire al (più atteso) peggiore. Il programma arrivava preconfezionato e chiavi in mano, dal regista ai musicisti, alla scenografia, Tgs aggiungeva il resto, il sapore locale e, soprattutto, il pubblico in studio. Per ritirare l’invito e accedere a una delle finali al Teatro di Verdura, si formò una coda già prima dell’alba (manco il famoso show di Panariello di … anta anni fa) e intervenne la polizia.

Ma non di solo Pomofiore visse Tgs, dividendosi affettuosamente tra produzioni e ospitate: c’era Amici per la palla, presentato da Gino Rovere con Giorgio Li Bassi che si divideva tra un piatto di pasta cucinato live e le sue scorribande puntute: era un palio tra i quartieri della città che si sfidavano nelle prove più impensate; poi Sogni nel cassetto con Mike Bongiorno collegato da Milano mentre Loredana Bona e Antonio Augello rispondevano da Palermo; Spassatempo con Gianfranco D’Angelo e Jenny Tamburi; la Festa in cui esordì una smagliante Giusi Cataldo; Sparate sul pianista, juke box live con Nino Lombardo che suonava in diretta le canzoni più disparate; Holiday, tipo Domenica In; ma come dimenticare la vetrina scintillante di Umberto Smaila, Colpo grosso, su cui sono cresciuti decine e decine di adolescenti? E una giovane Anna Pettinelli, che condusse il primissimo preserale musicale della storia della tv. Senza contare quella genialata che fu Gli zii d’America con Gigi Burruano e Giorgio Li Bassi, che quando arrivarono negli States per un Columbus Day non furono accolti granché bene. I bambini avevano il loro palinsesto pomeridiano: Classe di ferro, torneo tra gli alunni delle scuole siciliane; La nuvoletta, ovvero Il Pomofiore formato mignon.

Gli aneddoti? Tantissimi, a partire dall’orso bruno del circo Orfei, comodamente accoccolato su un divano ad aspettare Moira con il suo già claudicante toupet. Poi Moana Pozzi affettuosamente distesa per un’intervista e i tecnici arroccati l’uno sull’altro dietro le telecamere. Silvio Berlusconi arrivò scortato da un gruppetto di tecnici che modificarono la disposizione delle luci nello studio, visto che non dovevano «sbattere» sulla lucida calvizie. O il pubblico del Pomofiore: una volta arrivò un tizio con un boa intorno al collo, a mo' di collana.

In tempi più recenti, sono nati Tgs Giovani, Tgs Studio, il salotto di Tgs Studio Stadio e Tgs Studio Sport, senza contare la «sorellina minore», Radio Giornale di Sicilia, ovvero Rgs, che con Ditelo in diretta ha offerto una ribalta alle tante voci della città inascoltate. Al notiziario, dopo Arturo Grassi, il timone fu raccolto da Salvo Licata che portò con sé un gruppo di giovani cronisti, da Angelo Morello a Carmelo Rapisarda. Erano gli anni delle guerre di mafia, il tg spesso era un elenco di morti, eccellenti e non, fino agli speciali da Capaci e via D’Amelio e le dirette dei funerali di Falcone e Borsellino, il racconto dei «lenzuoli», i grandi processi. Dopo Salvo Licata arrivò (sempre dalla redazione spettacoli del quotidiano) Totò Rizzo, poi Francesco Badalamenti, Angelo Morello. Per il quarantesimo compleanno ecco Marina Turco, prima donna del notiziario nei suoi primi quarant’anni.

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