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Ypsigrock, il popolo dell'indie rock arrivato da tutta Europa saluta Castelbuono

Dopo tre giorni di musica no stop, tra antichi chiostri, castelli medievali e alberi, il festival si prepara al gran finale con i Young Fathers, Just Mustard e Kiwi Jr

Dopo tre giorni di musica no stop, tra antichi chiostri, castelli medievali e alberi, Ypsigrock si prepara al gran finale con i Young Fathers, Just Mustard e Kiwi Jr. Così piazza Castello è pronta a salutare i 10mila ragazzi provenienti da tutta Italia ed Europa che nella seconda settimana di agosto hanno riempito le vie di Castelbuono all’insegna della buona musica e della condivisione.

«Sono venuto da solo. Ma non c’è stato momento in cui mi sia sentito solo»: 29 anni, aquilano, Luca Speranza tira le somme di questo suo primo anno. «È stata un’esperienza incredibile, da anni mi dicevo di venire - racconta -. Le aspettative non sono state deluse, anzi sono rimasto addirittura sorpreso. Sapevo che il clima fosse accogliente ma non mi aspettavo di incontrare tutte queste persone meravigliose».

Single, coppie, giovani e meno giovani la Woodstock dell’indie rock abbraccia tutti. Ma l’aria di comunità si respira soprattutto in campeggio, a San Focà. «Qui c’è una bellissima energia - spiega Celeste Romano, da Bari - la gente si aiuta, si dà una mano. Tutti conoscono tutti e anche se si viene da posti diversi, si parlano lingue diverse, si comunica benissimo». Insieme al compagno Maurizio, i due hanno scelto Ypisgrock per festeggiare un anno d’amore. Ma il festival è anche un’occasione per ritrovare un’amica lontana. È il caso di Elisa ed Erica, sotto palco insieme dopo anni dall’esperienza di servizio civile in Guatemala che le ha fatte conoscere.

«Da tanto che sognavo di venire qui - spiega Erica Trevisan, di Bassano del Grappa -, l’atmosfera è davvero bellissima, non me l’aspettavo. Tutti sono estremamente aperti e amichevoli, sorridenti, anche le persone del posto. Fa aprire il cuore, spero di poter tornare e rivivere le stesse sensazioni».

C’è chi per assicurarsi il posto ha preso i biglietti a Natale, a scatola chiusa, perché il festival «è prima di tutto un’esperienza». Francesco Abela, 38 anni, siracusano, quest’anno è al suo ottavo Ypsigrock: «Il primo è stato nel 2015 - racconta - poi mi sono innamorato. Un festival internazionale ma umano, a misura d’uomo».

Ma tra gli aficionados ci sono anche tantissimi stranieri. Come Martha, da Londra a Castelbuono per il suo terzo anno; o Martin Lippert da Berlino all’Ypsigrock per il suo quarto. «Ho scoperto il festival nel 2008 - racconta - un piccolo festival in un borgo siciliano: ho pensato fosse l’occasione perfetta per una vacanza. Adesso la vacanza è diventata un’abitudine».

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