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La Grande Guerra in teatro, debutta a Palermo "Doppio fronte"

Protagonisti Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia

PALERMO. Debutta in prima nazionale, venerdì 14 novembre alle ore 21.00, al Teatro Biondo Stabile di Palermo lo spettacolo Doppio fronte - Oratorio per la Grande Guerra di Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia. In scena, insieme ai due autori, i musicisti Paolo Rocca (clarinetto), Massimo Marcer (tromba), Albert Florian Mihai (fisarmonica), Luca Garlaschelli (contrabbasso) e il Coro del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo.

Lo spettacolo, prodotto dallo Stabile palermitano, in collaborazione con Promo Music e Ravenna Festival 2014, replicherà fino al 23 novembre. Tra proclami futuristi, poemi interventisti di poeti e intellettuali dell’epoca, diari di uomini e donne che vissero in prima persona l’orrore di una catastrofe senza precedenti, nell’anno del centenario, Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi raccontano a modo loro la Grande Guerra, senza risparmiare pesanti accuse verso una minoranza fanatica che trascinò coscientemente l’Italia nel baratro di una guerra inutile e sanguinaria.

Doppio fronte racconta la guerra combattuta dal nostro esercitò nelle trincee e sui monti e quella vissuta nel quotidiano da un’Italia che via via andava impoverendosi sempre di più. Un paese dove le donne condussero da sole una quotidiana battaglia di sopravvivenza per mantenere le famiglie. I testi sono tratti dalle lettere dal fronte, dalle memorie dei combattenti (tra cui Gadda e Ungaretti), dai diari di uomini e donne che vissero la guerra “in casa”, come i veneti e i friulani. Questi ultimi, arruolati nel ’14 dall’esercito austriaco e mandati a combattere sul fronte orientale, nel ’15 si trovarono in trincea contro l’esercito italiano.

I canti – interpretati anche dal Coro del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo – sono quelli del grande repertorio a cui dette vita la sanguinosissima guerra e le sue battaglie: canti patriottici, canti antimilitaristi, Trilussa, E. A. Mario e la canzone Gorizia, brano straordinario e indimenticabile sulle sofferenze quotidiane e terribili dei nostri soldati. La narrazione è accompagnata dalle immagini video realizzate da Elisa Savi e Andrea Bocca.

Nello spettacolo Ovadia e Galeazzi ricordano con fermezza che la Prima Guerra Mondiale fu imposta all’Italia da una minoranza avventuriera e fanatica contro una maggioranza sfavorevole. Tra sogni di espansione e irredentismo, il motore di una “fatale e irrinunciabile” chiamata alle armi fu l’ambizione e l’ambiguità del primo ministro Salandra, del suo ministro degli esteri Sonnino, del generale Cadorna, comandante in capo dell’esercito italiano ed infine del titubante Vittorio Emanuele III, Re d’Italia. Mentre trattavano con gli imperi centrali la “non belligeranza” italiana, a patto di una contropartita territoriale, si incontravano in segreto, a Londra, con Francia ed Inghilterra, giocando al rialzo. Fu così che il 26 aprile 1915 l’Italia firmò in segreto (soprattutto del parlamento) il patto di Londra, col quale l’Italia s’impegnava ad entrare in guerra al loro fianco.

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