«È stata esclusa totalmente la sua capacità di intendere di volere al momento del fatto, attesa la presenza florida di ideazione delirante»: con queste motivazioni Giovanni Barreca è stato riconosciuto incapace di intendere e di volere dai periti nominati dal Gip di Termini Imerese, gli psichiatri Renato Tona e Domenico Micale e la psicologa Chiara Caruso, che lo avevano sottoposto alle visite mediche e ai test nel penitenziario di Barcellona Pozzo di Gotto.
Anche la Procura aveva designato un consulente tecnico, il professore Stefano Ferracuti, ordinario di Psicologia clinica al dipartimento di Neuroscienze umane dell’università La Sapienza: tutti concordi nel sostenere che l’uomo, accusato di avere ucciso la moglie Antonella Salamone e e i figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni, in un rito per la liberazione dal demonio con la complicità della figlia minorenne e di Sabrina Fina e Massimo Carandente, è pericoloso socialmente ma non è imputabile, né può sostenere il processo perché sarebbe affetto da una patologia psichiatrica talmente grave da pregiudicarne la lucidità mentale.
Gli altri tre coinvolti sono sotto processo o sotto inchiesta: la quasi diciottenne primogenita di Barreca è a processo in abbreviato, il Gup dei minori Nicola Aiello farà sottoporre anche lei a perizia sulle capacità mentali; Fina e Carandente finora non hanno chiesto invece alcun accertamento di tipo psichiatrico.
Ancor oggi, secondo la relazione indirizzata al giudice Erina Cirincione, Barreca sarebbe in preda al delirio mistico in cui è precipitato dal giorno della strage che si è consumata - tra l’8 e il 10 febbraio - nella villetta di Altavilla Milicia. Barreca, che avrebbe già lasciato il carcere, tecnicamente è in libertà vigilata e sarebbe ospitato in un centro temporaneo in attesa che venga individuata la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, che dovrà accoglierlo definitivamente. Potrebbe essere portato in una delle due Rems siciliane, a Naso o a Caltagirone o altrove (più probabile), comunque in strutture in grado di tenere in custodia e contemporaneamente di curare le persone affette da disturbi mentali che hanno compiuto reati gravissimi. Le Rems hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari, aboliti nel 2013 e chiusi definitivamente il 31 marzo del 2015, ma le liste di attesa sono lunghissime.
Ha avuto ragione comunque la linea difensiva, sostenuta dall'avvocato Giancarlo Barracato con la consulenza di parte preparata dalla criminologa Roberta Bruzzone e dallo psichiatra Alberto Caputo, che ha dimostrato come il disturbo mentale avrebbe impedito a Barreca di comprendere il significato del proprio comportamento. Lui stesso, in più occasioni, aveva ribadito di essere stato come imbambolato mentre si stava compiendo il massacro e di non avere avuto alcuna cognizione della violenza. A suffragare questa ipotesi ci sarebbero anche le relazioni dei medici che lo avevano tenuto sotto controllo al carcere dei Pagliarelli, a Enna e a Barcellona, ovvero in ognuno degli istituti di pena in cui era stato trasferito per tutelare la sua sicurezza.
Esami che avevano confermato che l’ex imbianchino, sia nei giorni della carneficina che nei mesi successivi, non era stato in possesso delle proprie facoltà. Ha sempre ribadito di non avere avutoalcuna cognizione della violenza scaricando sui due ex amici la totale responsabilità. Ha affermato di essere soddisfatto di aver assecondato il volere di Dio ringraziando di questo Massimo e Sabrina ma, allo stesso tempo, si è detto disperato perché si è reso conto che la sua famiglia è distrutta e per questo motivo vorrebbe riabbracciare la figlia. In ogni caso, fino all’ultimo incontro con i professionisti che dovevano valutarlo, ha ribadito di avere di avere una connessione diretta con entità divine e la percezione di ricevere annunci speciali da figure spirituali.
Caricamento commenti
Commenta la notizia