Sono sostanzialmente una decina i punti da risolvere sul mistero dell’affondamento del Bayesian. A partire da dove sia entrata l’acqua. L’eccezionalità di questo naufragio ha fatto pensare a molti esperti che l’equipaggio abbia lasciato aperto il portellone laterale, quello dove vengono conservati i tender, i gommoni usati per andare a terra quando la barca non è in porto.
Da questo spazio l’acqua potrebbe aver raggiunto e invaso la sala macchine, un peso che potrebbe aver fatto inabissare la barca in poco tempo a 50 metri di profondità. Il procuratore Ambrogio Cartosio e il sostituto Raffaele Cammarano chiederanno al comandante James Cutfield di spiegare perché lui e l’equipaggio si sono fatti trovare impreparati davanti al downburst, il micidiale fenomeno atmosferico con venti che avrebbero colpito l’imbarcazione a quasi 150 chilometri orari facendola colare a picco.
Un altro argomento riguarderà il ruolo di tutti quelli che erano imbarcati come equipaggio: come mai - è questa la perplessità - su 10 componenti, uno solo ha perso la vita mentre dei 12 passeggeri ne sono morti la metà? E ancora: l’equipaggio era già sul ponte per evitare il disastro? E se è così perché non è stato dato l’allarme e soprattutto per quale motivo non sono state aiutate a uscire le persone che si trovavano ancora in cabina?
Un’altra pista porterebbe alla posizione sbagliata della deriva mobile che avrebbe fatto perdere stabilità al natante. I sommozzatori hanno riferito di averla trovata parzialmente alzata ma non è ancora chiaro se per via di un colpo subito durante il naufragio o perché non è mai stata abbassata nonostante la tempesta. Lo scafo - poggiato su un fianco sul fondale - sarebbe integro, così come l’albero maestro, lungo 75 metri, ritenuto in un primo tempo il responsabile della tragedia.
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