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Palermo, decine e decine di punti di sutura per ricucire le braccia del ragazzo azzannato dal pitbull

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Non sarà una degenza breve e semplice quella del ragazzo azzannato a Palermo dal pitbull nel parcheggio del centro commerciale Forum, a Brancaccio, ma lui è forte e ha tutta la voglia di tornare presto a vivere la bellezza dei suoi sedici anni. Dopo la feroce aggressione, il ragazzo ha riportato gravi ferite su tutto il corpo e alle braccia, soprattutto, dove i medici sono intervenuti con decine e decine di punti di sutura, così tanti che non hanno voluto nemmeno dire ai genitori quanti.

Per proteggersi il volto, infatti, il sedicenne, ha portato in alto le braccia mentre era disteso a terra e l'ira del cane si è sfogata proprio su quelle. L’aggressione ha provocato altre ferite sul resto del corpo ma gli arti superiori sono stati quelli più danneggiati. Ricucite le braccia, il giovane è stato dimesso e trascorrerà a casa la sua degenza. Dovrà tornare in ospedale tra due settimane e i medici verificheranno se avrà riconquistato la capacità di movimento.

Ora ha solo bisogno di riposo e di tempo per rimettersi in forze. Circondato dall’affetto della sua famiglia e dei suoi amici, che non lo lasciano solo nemmeno un momento, sta riacquistando il sorriso e lui stesso comprende che le conseguenze sarebbero potute essere persino più drammatiche. «È stato forte ed è riuscito a coprirsi bene durante l’aggressione - dicono i medici, che lo hanno rimesso in piedi, ai familiari del ragazzo -. Ha saputo resistere ai morsi del cane e se le cose non sono andate per il verso sbagliato è solo merito suo».

Ora si spera che tutto fili lisci e non ci siano complicazioni perché il ragazzo deve tornare presto ai suoi impegni, la scuola in primis, che tra meno di un mese ricomincerà per tutti. «Non riesco a prendere sonno facilmente - racconta il ragazzo - perché appena chiudo gli occhi rivedo quel cane addosso a me e rivivo quella paura. Forse è ancora troppo presto per dimenticare. Ma sono sicuro che passerà anche questo. Alla fine sono stato fortunato, poteva andare peggio e al mio posto, qualcuno con una stazza più piccola, avrebbe rischiato di morire».

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