L’ennesimo segno d’una sorta di premonizione. O di una maledizione, per chi ci crede e cerca un appiglio pur che sia di fronte alla tragedia dell’inopinato inabissamento nel mare di Porticello del Bayesian, veliero di lusso - sulla carta inaffondabile - di proprietà del cosiddetto Bill Gates britannico, il tycoon dell’hi-tech Mike Lynch, il cui corpo è stato ripescato oggi, 22 aprile.
A proiettarne l’ombra è l’ultima indiscrezione rimbalzata dal Regno Unito, secondo cui lo stesso Lynch avrebbe avuto in animo di vendere il mega yacht solo pochi mesi fa, salvo cambiare idea dopo l’assoluzione strappata a giugno dinanzi alla giustizia Usa - contro ogni pronostico - a conclusione di un lungo quanto controverso processo penale per presunta frode sulla cessione nel 2011 per oltre 11 miliardi di dollari della prima multinazionale da lui fondata, Autonomy, al colosso americano Hp. Un’intenzione di cui il Daily Telegraph sostiene di aver avuto notizia da ambienti del settore nautico. L’uomo d’affari avrebbe messo sul mercato il suo gioiello del mare (il cui valore è stato stimato da alcuni esperti attorno ai 35 milioni) a marzo. Salvo cambiare idea il mese scorso, per potervi trascorrere a bordo l’estate e festeggiare l’assoluzione con familiari, amici intimi e avvocati che lo avevano sostenuto nella sua odissea legale. Ma comunque rinviando la valutazione di un’ipotetica vendita futura «all’autunno».ù
Voci tutte da confermare e tuttavia destinate a dare alimento alla narrazione sui tanti «misteri», veri o potenziali, di questa vicenda. Una vicenda su cui, parallelamente alla cruciale indagine giudiziaria delle autorità italiane, è scattata anche l’inchiesta conoscitiva dello UK’s Marine Accident Investigation Branch (Maib), organo di controllo britannico legato al ministero dei Trasporti e chiamato a occuparsi di disastri navali, che ha inviato in Sicilia un team di specialisti pronti a offrire la loro consulenza (se richiesta).
Tanto più che il Bayesian, varato nel 2008 dai cantieri italiani di Perini Navi in collaborazione con lo yacht designer canadese Ron Holland, battezzato inizialmente Salute e assicurato secondo alcune fonti mediatiche per qualche milione di euro, era stato registrato nel Regno dopo essere stato acquisito da Lynch. E batteva bandiera dell’isola.
Di acclarato c’è intanto che fra le vittime c’è proprio Mike Lynch, come certificato dal recupero del corpo. Un evento suggellato nel Regno dalla fine di ogni residua speranza in un qualche «miracolo» e dall’omaggio pressoché unanime del mondo del business e della ricerca tecnologica al magnate scomparso.
«Un genio» e «un visionario» nelle parole di David Tabizel, cofondatore a suo tempo con lui di Autonomy, o in quelle di lord John Brown, già amministratore delegato di Bp nel settore petrolifero. «Un filantropo» e un precursore in quelle della prestigiosa Royal Academy of Engineering di Londra, istituzione accademica di fama mondiale.
Mentre a fare silenzio restano, secondo costume, gli 007 con cui Lynch aveva stabilito importanti relazioni durante la sua ascesa. Soprattutto, dopo la cessione di Autonomy e la creazione di Darktrace, strategica multinazionale impegnata sul fronte della cyber-security e delle ricerca sull’intelligenza artificiale (le cui quote di famiglia egli aveva venduto in buona parte un anno fa a un hedge fund Usa) nella quale aveva coinvolto ex alti ufficiali dei servizi segreti di Sua Maestà. E che annovera a quanto pare fra i propri clienti anche agenzie straniere d’intelligence come il Mossad israeliano.
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