Brioscià doveva essere solo l’inizio della scalata. I mafiosi, infatti, pensavano in grande, tanto da pianificare perfino l’apertura in pompa magna di una filiale palermitana dell’Hard Rock Cafè, una delle catene della ristorazione a stelle e strisce più famose in assoluto al mondo che vanta 290 sedi in oltre 70 nazioni. Nel nostro Paese, oltre alle location di Firenze, Milano e Venezia, ce ne sono altre due, a Roma: quella che doveva nascere a Mondello sarebbe stata la sesta ad essere inaugurata in Italia, la prima in una regione del Sud. Del resto, quello del gelato si era rivelato un business redditizio e che dava tante soddisfazioni: portava tanti contanti, oltretutto soldi puliti da reinvestire in altre attività senza troppi rischi, consentendo tra l’altro di fare bella figura a livello d’immagine.
Di questo nuovo progetto imprenditoriale parlavano il boss Michele Micalizzi - socio occulto di Mario Mancuso, l’inventore e l’amministratore di fatto delle gelaterie Brioscià - e un altro imprenditore molto conosciuto in città. Lo storico capo della famiglia di Partanna Mondello - non sapendo di essere intercettato dagli uomini della guardia di finanza - parlava a ruota libera e si consigliava con il suo amico di vecchia data. Al centro della discussione l’ex Arena di Mondello, di proprietà della società Italo-Belga, l’area di circa mille metri quadrati dove - a loro parere - il brand, che da sempre punta sull’accoppiata vincente di hamburger e patatine accanto a birre e cocktail, avrebbe potuto installare le sue vetrine. Ma c’erano anche altre due iniziative che stavano a cuore all’anziano uomo d’onore: una riguardava l’apertura di un bar-terrazza sempre a Mondello e l’altra, invece, puntava ad acquisire alcuni locali in via Maqueda in cui doveva sorgere l’ulteriore gelateria a marchio Brioscià.
«A parte l’Hard Rock Cafè, che è una bomba atomica, perché secondo me viene tutta Palermo, un’altra cosa importante potrebbe essere fare bar e terrazza all’aperto», spiegava l’interlocutore a Micalizzi aggiungendo che «Hard Rock Cafè è un target, non ha niente a che fare con il bar nostro. Tipo Badalamenti dove hai gelato, la pasticceria, il cannolo e la rosticceria». Nel frattempo, però, «zio» Michele badava al sodo chiedendo lumi sull’altra operazione commerciale, quella di Brioscià in via Maqueda. «Io sto aspettando di Brioscià perché lui (Mancuso, ndr) mi ha chiesto di nuovo. E poi non abbiamo più tempo». Ed in effetti, una decina di giorni dopo, i finanzieri avevano documentato l’incontro tra Mancuso e il proprietario del negozio del centro storico con il quale sembrava essere stato raggiunto l’accordo per l’affitto.
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