Una vita in magistratura. Trentanove anni con la toga: dal primo incarico, nel 1978, alla pensione nel 2017. Ecco chi è l'ex pm palermitano Gioacchino Natoli, indagato dalla procura di Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia e calunnia.
Laureato con lode, nel 1969, in Giurisprudenza, all'Università degli Studi di Palermo, Natoli è entrato in magistratura nel 1978: ha iniziato la carriera come giudice al tribunale di Trapani e quindi, nel 1983, a quello di Palermo, su richiesta di Rocco Chinnici, pochi giorni prima del suo assassinio. Da giudice istruttore ha indagato sugli omicidi di Piersanti Mattarella (nella foto la scena del delitto) e Pio La Torre; ha fatto parte del ristretto pool antimafia di Palermo, guidato da Antonino Caponnetto, insieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, raccogliendo le dichiarazioni dei primi pentiti di mafia. Ha anche lavorato all'inchiesta «Pizza connection», che si svolse a New York in collaborazione con l'Fbi e che vide imputati Gaetano Badalamenti e numerosi mafiosi siculo-americani.
Gioacchino Natoli, nel 1991, è passato alla procura del capoluogo siciliano ed è stato componente della Direzione distrettuale antimafia, fino al 1998, quando è stato eletto componente togato del Csm. Alcuni anni dopo diventò uno dei pm del procedimento a carico di Giulio Andreotti.
Tornato in procura a Palermo, nel 2005 viene nominato presidente di sezione del tribunale e nel 2011 presidente del tribunale di Marsala. Nell'aprile del 2015 è eletto presidente della Corte d’appello di Palermo e nel giugno 2016 è chiamato dall'allora ministro, Andrea Orlando, come capo del dipartimento organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia, prima di andare in quiescenza il 31 dicembre 2017.
Il 30 maggio 2018 il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci lo ha nominato commissario straordinario della Camera di commercio di Caltanissetta, dopo l'arresto del suo presidente Antonello Montante.
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