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Riserva naturale, geosito e area marina protetta: tutti i vincoli di legge su Isola delle Femmine

L'isolotto di Isola delle Femmine, presa d'assalto dai partecipanti ad una festa non autorizzata, visibile dall'autostrada per l'aeroporto, ha da sempre accesso la curiosità sulla sua origine. Il suo nome sembra derivare da "Insula Fimi", isola di Eufemio, dal nome del governatore bizantino della Sicilia, 30 giugno 2024.ANSA/Giovanni Franco

Isola delle Femmine è una riserva naturale (istituita dalla Regione Siciliana e affidata alla Lipu), un geosito e anche un'area marina protetta, come previsto da un decreto del ministero dell’Ambiente del 2002.

Riserva naturale dal 1997

I vincoli terrestri, cioè sui circa 15 ettari dell’isolotto, sono omogenei: in sintesi non si può sbarcare sull'isola se non per visite guidate. Lo stabilisce l'accordo fra la Regione e la Lipu: «La Riserva è aperta al pubblico tutti i giorni da giugno a settembre, da ottobre a febbraio dal lunedì al venerdì. Le visite guidate devono essere prenotate al Centro visite. Dal primo marzo al 30 giugno la Riserva è chiusa al pubblico a causa della stagione riproduttiva dell’avifauna. Possibili chiusure nei mesi invernali per le condizioni meteomarine avverse che non permettono l'attracco all'isola».

Quindi chiunque non abbia uno specifico permesso e non sia accompagnato dal personale dell'associazione non può mettere piede sull'isolotto che si trova a 500 metri dalla costa.

La Riserva Naturale di Isola delle Femmine è stata istituita nel 1997 e l'obiettivo è quello di tutelare un’area naturale (che è di proprietà privata ma di interesse pubblico) di interesse geologico, botanico, zoologico e paesaggistico, ha un’estensione di circa 15 ettari ed è tutta zona A, vuol dire che va garantita la massima tutela.

Perché Isola delle Femmine è un geosito

Geologicamente l’isola è costituita in prevalenza da calcari mesozoici che presentano peculiarità tali da fare dichiarare l’intera isola geosito. La vegetazione, al centro dell’isolotto, è dominata da palma nana e da arbusti di lentisco la cui forma è modellata dal vento, mentre lungo la scogliera si osservano specie alofile che si adattano alla alta presenza di salsedine. Sull’isola sono presenti specie di piante che sono endemiche della Sicilia nordoccidentale. Ma ci sono anche molte specie animali che vivono stabilmente o frequentano Isola delle Femmine: il gabbiano reale su tutte ma durante le migrazioni è facile osservare molte altre specie di uccelli.

Cinque sono le specie di rettili, tra le quali la lucertola campestre ed il gongilo. Tra gli invertebrati di recente è stata scoperta una piccola chiocciola terrestre endemica dell’isola. Lungo la scogliera, nella zona compresa tra l’alta e la bassa marea, è presente il trottoir a Vermetidi, una scogliera molto simile alla barriera corallina formata però da molluschi. La presenza dell’uomo è molto antica ed è testimoniata dai resti di un impianto per la lavorazione del pesce del IV secolo a.C. e da una torre di avvistamento del XVI secolo.

Area marina protetta da 22 anni

Cinque specie di piante e 24 di animali acquatici. L'area marina protetta di Isola delle Femmine e Capo Gallo è stata istituita con un decreto del 2002, stabilendo l'esistenza di una zona A, una zona B e una zona C che hanno tutele differenti.

Il decreto del ministero mira a proteggere anche l'aspetto archeologico, in zona, infatti, a 92 metri di profondità, negli anni scorsi fu ritrovato un relitto romano del II secolo a.C. con un considerevole carico di anfore, e nel 2021 la Sovrintendenza del Mare ha istituito un percorso archeologico per i sub che vogliano osservare i ritrovamenti sottomarini.

Per quanto riguarda la fauna ittica, comprende parecchie specie stanziali che popolano la zona sottocosta (come i saraghi, gli scorfani e i coloratissimi labridi). Cernie, corvine e murene popolano gli anfratti dei fondali rocciosi. Non mancano i pesci di passo come i dentici e il barracuda mediterraneo (Sphyraena sphyraena) chiamato dai pescatori Aluzzo. La vita vegetale comprende complesse comunità di alghe ma trova la sua massima espressione nella presenza della Posidonia oceanica: una pianta superiore (con fogli, fusto e radici) di enorme valore ecologico e capace di formare estese praterie sommerse. I posidonieti dell'area si presentano con un buon grado di conservazione e la loro interessante struttura li rende particolarmente degni di tutela (nei fondali a ponente di Capo Gallo si può osservare un interessante e non comune posidonieto su roccia). Il coralligeno (associazione che caratterizza i fondi rocciosi di una certa profondità) e gli ambienti delle numerose grotte sommerse e semisommerse completano l'elenco degli habitat marini di grande valore presenti nel sito.

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