Completata l’estrazione di tutti i dialoghi e i contatti contenuti nei due telefoni e nel computer di Angelo Onorato, l’imprenditore di 54 anni trovato morto in circostanze ancora non del tutto chiarite nella sua automobile, nella bretella sottostante il raccordo autostradale della Palermo-Trapani, sabato 25 maggio. La famiglia ha già presentato istanza alla Procura per avere accesso alle informazioni raccolte: migliaia di messaggi, mail e chat trascritte dagli informatici.
Un lavoro mirato soprattutto al recupero di file audio o video, mail e chat che si ipotizza siano stati cancellati dagli apparecchi, così come era trapelato nel corso delle indagini. Le verifiche tecniche hanno come obiettivo proprio quello di capire cosa effettivamente sarebbe stato rimosso e da chi. Gli investigatori, nelle prime battute dell’inchiesta, avevano già lasciato trapelare che ci sarebbero state tracce di file cancellati, alcuni anche poche ore prima della morte. «Abbiamo inoltrato istanza per avere copia forense di questi contenuti dei file raccolti - ha reso noto l’avvocato della famiglia Onorato-Donato, Vincenzo Lo Re -. Come è stato detto sin dall’inizio, la famiglia vuole la verità, quale che essa sia».
La polizia, che sta indagando sul caso e propende per la pista del suicidio, è convinta che molte risposte al giallo di questa morte potrebbero essere svelate proprio dalla decifrazione dei contenuti di questi dialoghi. Già pochi giorni dopo la morte del cinquantaquattrenne gli inquirenti avevano incanalato le loro attenzioni sul versante della sfera privata dell’uomo, marito dell’europarlamentare Francesca Donato.
Infatti le verifiche fatte sull’attività imprenditoriale delle aziende edili controllate da Onorato non avevano fatto risaltare nulla che potesse essere di rilievo investigativo. I tecnici incaricati a Roma dalla Procura che hanno analizzato i dispositivi in uso all’architetto a giorni dovrebbero rendere i contenuti disponibili.
Ancora in corso, invece, le verifiche legate all’estrazione del dna delle impronte trovate sulla fascetta in plastica da elettricista rinvenuta attorno al collo dell’uomo e sulla carrozzeria dell’auto in cui è stato trovato il corpo senza vita del professionista. La scientifica ha già effettuato i primi «isolamenti» delle impronte trovate ma il lavoro è ancora in itinere: infatti dal punto di vista tecnico questo tipo di analisi si effettua in diversi step che ancora non sono stati completati. Al momento l’inchiesta è aperta per omicidio a carico di ignoti, gli inquirenti si stanno concentrando sull’ipotesi che qualcosa possa aver sconvolto la vita di Onorato. Qualcosa di improvviso, dal momento che chiunque lo conoscesse e fosse a stretto contatto con lui sosteneva che fosse tranquillo e sereno, tanto che la sera prima della drammatica scoperta era stato al circolo del tennis per una serata conviviale con gli amici.
La cosa che stride nelle varie ricostruzioni è che Angelo Onorato, seppur ritenuto molto legato a moglie e figli, non si fosse mai confidato con la famiglia o con gli amici più cari. A loro ha lasciato in eredità solo una lettera in cui ha scritto: «C’è gente che mi vuole male...». Frase che ha aggiunto ancora più interrogativi.
I familiari avevano detto chiaramente di essere convinti che la pista da seguire fosse quella dell’omicidio. Con il passare dei giorni, e l’autopsia che ha svelato l’assenza di segni di violenza sul corpo dell’imprenditore, si era cominciato a parlare dell’ipotesi che qualcuno potesse aver spinto al gesto estremo Onorato. Le risposte, adesso, potrebbero essere dietro l’angolo.
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