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Lo stupro del branco a Palermo: sì all'abbreviato, la ragazza tornerà in aula

I giudici accolgono la richiesta dei difensori dei sei imputati, udienza il 5 luglio

"Falla ubriacare, poi ci pensiamo noi". E' iniziata in questo modo, a Palermo, la notte da incubo di una diciannovenne, violentata da sette giovani, finiti in manette a oltre un mese di distanza dai fatti, avvenuti la notte del 7 luglio. L'invito a far bere la ragazza era rivolto da uno degli indagati all'oste, un ambulante che vendeva alcol nel quartiere della Vucciria, sede di uno dei mercati storici del capoluogo siciliano che a sera viene preso d'assalto dal popolo della movida. La ragazza, poco dopo, è stata condotta dai sette, tutti giovani di età compresa tra i 18 e i 22 anni ad eccezione di uno all'epoca dei fatti minorenne, in una zona appartata del Foro Italico e ripetutamente violentata.ANSA/IGNAZIO MARCHESE

I giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduti da Roberto Murgia, hanno accolto la richiesta di celebrare il processo con il rito abbreviato come richiesto dagli avvocati dei sei giovani imputati accusati di stupro di gruppo ai danni di una ragazza di 19 anni al Foro Italico di Palermo. I legali hanno ottenuto che la giovane sia risentita in aula. L’udienza è fissata per il 5 luglio prossimo. I giudici hanno ritenuto fondata l’istanza dei difensori di Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Cristian Barone, Samuele La Grassa ed Elio Arnao. La giovane sarà sentita sul contenuto di una telefonata ricevuta la notte del 7 luglio scorso in cui si sarebbe consumata la violenza sessuale; attorno all’1.04 avrebbe ricevuto una chiamata di 29 secondi. Poi ci sono anche due messaggi inviati attorno alle due dal cellulare della vittima. I legali potrebbero fare altre domande ma sempre circoscritte che dovranno essere consegnato entro il 25 giugno al collegio giudicante. Sempre il 5 sarà sentito l’interlocutore con cui la vittima ha parlato quella notte nel corso della telefonata.

«Dovranno essere domande circostanziate a queste vicende; sia io che i pubblici ministeri valuteremo se ci saranno opposizioni e saranno domande conducenti o meno - dice l’avvocato Carla Garofalo che assiste la giovane - Io sono favorevole al processo abbreviato. Non credo che possa emergere nulla di nuovo rispetto a quanto emerso fino ad ora. I fatti rimangono quelli. Se avessero disposto l’ordinario avrei rimesso il mandato, non avrei affrontato una causa nella quale sarei stata costretta a sentire ogni tipo di attacco alla mia assistita del tutto infondato visto che i fatti sono ormai molto chiari».

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