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L'impianto fognario sotto sequestro dopo la strage di Casteldaccia, protesta per i liquami in mare

Gli scarichi all’altezza del circolo nautico Secca della Maiorana, lungo la strada statale 113

I liquami che si stanno riversando in mare all’altezza del circolo nautico Secca della Maiorana, lungo la statale 113, sarebbero la diretta conseguenza del sequestro dell’impianto di sollevamento delle acque reflue di Casteldaccia dove un mese fa sono morti cinque operai. Ne è convinta il presidente della struttura sportiva, Lucilla Piraino, che ha denunciato una situazione che sta diventando insostenibile, ma anche alcuni residenti chiedono che vengano tolti i sigilli per procedere con le opere di spurgo, al momento bloccate a causa della tragedia.

Proprio il 6 maggio c’era stato il sopralluogo di una squadra dell’Amap che avrebbe individuato il problema nella stessa vasca di contenimento in cui qualche ora dopo hanno perso la vita gli addetti alla manutenzione. In realtà il problema si è ripresentato ciclicamente negli ultimi anni ma, nonostante le ripetute segnalazioni inviate alla municipalizzata, al Comune e alla guardia costiera da parte di chi abita nella zona e di chi gestisce alcune attività commerciali, non sarebbe mai stata trovata una soluzione definitiva per evitare lo sversamento in mare. Anzi lo scarico di detriti e di rifiuti organici, provenienti dal centro abitato, sarebbe persino peggiorato dopo l’incidente aumentando in maniera considerevole tanto che ora il rischio è l’inquinamento di questo tratto di costa, peraltro molto frequentato soprattutto in estate. Nei giorni scorsi la guardia di finanza ha eseguito alcuni controlli prelevando alcuni campioni di acqua per analizzarli mentre ieri sono arrivati i tecnici dell’Amap, che gestisce le condotte idriche e fognarie anche nei paesi della provincia, per ispezionare i tombini.

«Il mare è diventato marrone – ha raccontato Piraino – qui lo scarico è un fiume in piena e continua a peggiorare ogni giorno che passa. Cosa dobbiamo fare, devo chiudere il circolo nautico? E chi ci risarcirà del mancato fatturato? I miei soci giustamente vogliono andare via perché si trovano gli escrementi in mezzo ai piedi ma anche il diving e i ragazzi della vela sono fermi. Sono pronta a costituirmi parte civile nei confronti di Amap e della Regione».

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