«Esistono una serie di considerazioni oggettive e soggettive che inducono i familiari a escludere che si sia trattato di un suicidio. Siamo convinti che la Procura di Palermo arriverà alle stesse conclusioni». Lo dice l’avvocato Vincenzo Lo Re, incaricato dall’eurodeputato Francesca Donato di seguire le indagini per conto della famiglia sulla morte del marito Angelo Onorato, trovato cadavere nella sua auto con una fascetta attorno al collo.
Il legale esce allo scoperto, consapevole che con il passare delle ore sembra prendere sempre più corpo l’ipotesi che l'architetto di 54 anni, titolare del negozio Casa di viale Strasburgo, si sia tolto la vita e non sia stato vittima di un omicidio. I nodi da sciogliere in una vicenda che appare agli inquirenti molto complessa sono ancora tanti, ma gli esiti dei primi accertamenti fatti dalla polizia farebbero pensare a un gesto estremo.
Che non convince affatto proprio la moglie Francesca e la figlia Carolina, che, anzi, continuano a parlare categoricamente di delitto. Sono state proprio le due donne a trovare il cadavere. Preoccupate che il familiare, uscito per un appuntamento, non fosse rincasato, lo hanno localizzato attraverso l’Iphone e hanno rintracciato il veicolo, un suv, parcheggiato sul ciglio di viale Regione Siciliana. «Mio marito non si è tolto la vita», ha ribadito l’eurodeputata, che ieri sera era stata sentita alla squadra mobile. E netta è stata anche la figlia del professionista, che in un post su Fb, ha scritto: «Le notizie viaggiano alla velocità della luce e spesso inesatte, quindi sento la necessità di specificare come stanno le cose. Mio padre non si è suicidato».
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