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La tragedia di Casteldaccia, il presidente dell'Amap: «Assurda l'assenza delle maschere»

«Noi abbiamo protocolli di sicurezza che impongono l’osservanza di regole strette alle ditte che si aggiudicano gli appalti e per gli interinali teniamo una formazione rigida»

«Gli operai stavano lavorando alla pulizia dei pozzetti della rete fognaria perché ci era arrivata una segnalazione e una richiesta di intervento». Lo racconta il presidente di Amap Alessandro Di Martino (nella foto) in merito all’incidente sul lavoro costato la vita a Casteldaccia a 5 operai morti per le esalazioni di idrogeno solforato. Secondo quanto hanno accertato i soccorritori nessuna delle vittime indossava la mascherina di protezione.

«È una cosa assurda - aggiunge Di Martino - L’odore era tale che non è comprensibile come non si siano protetti».

«I lavori erano stati affidati a una squadra composta da alcuni dipendenti della Quadrifoglio, la società che ha vinto l’appalto per la manutenzione fognaria dei Comuni della fascia orientale più alcuni dipendenti interinali di cui ci avvaliamo in attesa che termini la procedura per le nuove assunzioni», spiega Di Martino. Un sesto operaio è gravissimo. L’allarme è stato dato dal settimo componente della squadra che, insospettito perché i colleghi scesi nella vasca non risalivano, ha chiesto aiuto.

«Noi abbiamo protocolli di sicurezza che impogono l’osservanza di regole strette alle ditte che si aggiudicano gli appalti e per gli interinali teniamo una formazione rigida», dice il presidente dell’Amap. Sul posto ci sarebbe stato il direttore dei lavori e responsabile della sicurezza che al momento viene sentito dalla polizia. Non vedendo risalire i primi tre operai, altri due sono scesi attraverso il pozzetto a capire cosa fosse successo, poi sarebbe sceso il lavoratore interinale che si trovava all’esterno e lavorava in strada. Cinque sono morti, uno è gravissimo.

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