«Dite al pastore che non si dimentichi di pregare per me», avrebbe scritto Sabrina Fina negli appunti che le sono stati sequestrati dagli agenti della polizia penitenziaria nel carcere dei Pagliarelli. Tra i «pizzini», ora al vaglio dei magistrati, ce ne sarebbero alcuni particolarmente interessanti perché conterrebbero riferimenti sia pure velati a quanto accaduto all’interno della villetta di Altavilla Milicia dove hanno perso la vita Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni.
In uno di questi fogli, in cui trascriveva i propri pensieri per poi ripeterli al telefono al suo avvocato in modo da farli arrivare a destinazione, esprimerebbe la preoccupazione per le condizioni della figlia minorenne di Giovanna Barreca. «Avvertite i suoi legali che è in pericolo perché su di lei agisce ancora il demonio», sarebbe stato il consiglio - che avrebbe annotato sul block notes - da rivolgere ai legali della ragazza ma si sarebbe anche raccomandata del fatto che il suo compagno e gli altri «fratelli» continuassero «ad abbracciare la fede e a recitare i versi» dei testi sacri della loro religione. Ma, nelle pagine requisite in cella, ci sarebbe stato spazio anche per alcuni versetti della Bibbia, come il Salmo 23 («Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca, egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Quand’anche camminassi nella valle della morte, io non temerei alcun male perché tu sei con me, il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza»), uno dei più conosciuti dell’Antico Testamento, uguale a quello che è stato trovato impresso sulle pareti di una stanza della casa dove è stata compiuta la strage.
Anche Massimo Carandente, come Sabrina, si sarebbe rifugiato nella preghiera per trovare conforto all’isolamento in cui è costretto dal giorno in cui è stato arrestato: pure a lui sono stati tolti alcuni pezzi di carta in cui avrebbe segnato alcuni brani delle Sacre Scritture ed altro materiale che sarà oggetto di verifica da parte degli inquirenti. In attesa di essere convocati per l’interrogatorio che da tempo chiedono di potere sostenere davanti al sostituto procuratore di Termini Imerese, Manfredi Lanza, l’avvocato Franco Critelli – che difende entrambi dopo che il collega Marco Rocca gli ha passato le consegne – ha annunciato che al più presto incontrerà per la prima volta Carandente assieme al criminologo Gianni Spoletti che lo aiuterà a sostenere la versione della coppia che continua a professarsi innocente e di non avere nulla a che fare con gli omicidi. Avrebbero rivelato, infatti, di essere andati via prima dei delitti addossando le responsabilità del massacro all’ex imbianchino e alla figlia diciassettenne.
Sabrina ha respinto decisamente l’accusa di essere l’ispiratrice delle violenze: «La mia cliente non è la sacerdotessa del male – ha detto l’avvocato Critelli – e rifiuta l’etichetta di essere una sorta di padrona della scena del crimine: ritiene che le varie azioni che le sono state attribuite siano solo illazioni che sta subendo, anche per via mediatica. Lei assicura di essere estranea ai fatti, non aver preso parte a nessuna sevizia e di essere pronta a riportare quanto è a sua conoscenza ai magistrati competenti».
Ma tra Fina e Carandente e Barreca è ormai guerra aperta per cercare di sminuire le proprie colpe: quest’ultimo, anche se ancora in preda al delirio mistico in cui è precipitato, ha puntato decisamente il dito contro Sabrina e Massimo parlando di un suggeritore esterno e facendo intuire di essere stato manipolato. Al suo avvocato Giancarlo Barracato e alla criminologa Roberta Bruzzone avrebbe ribadito che la figlia si sarebbe salvata per caso e non sarebbe diventata la quarta vittima solo grazie a una bufera di vento che si era abbattuta su Altavilla.
I tre adulti l’avevano interpretata come la presenza dei demoni che premevano per entrare in casa e sarebbero fuggiti lasciando da sola la ragazza bendata nella sua camera. Accuse confermate dall’unica sopravvissuta che avrebbe confessato che i due avrebbero istigato sia lei che il padre a compiere la carneficina.
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