«Questa mattina la questura di Palermo ha eseguito tre misure cautelari, due obblighi di firma e una custodia in carcere per tre militanti di Antudo. Le accuse del pm, poi ridimensionate dal gip, sono quelle di atto terroristico, detenzione di materiale esplosivo, diffusione di materiale informatico, per una sanzione ai danni di una sede di Leonardo Spa in via Villagrazia a Palermo. Le immagini erano state ricevute e divulgate sul portale di informazione antudo.info. A seguito della pubblicazione del video, i componenti palermitani della redazione erano stati già raggiunti da perquisizioni e sequestro di dispositivi informatici». Lo dicono gli attivisti della associazione Antudo.
«Un impianto accusatorio tutto basato sulla diffusione di un video. Ci chiediamo, allora, quanto la libertà di informazione sia davvero tale. Se per il solo motivo di evidenziare la complicità di Leonardo con la guerra si possano attivare tali misure repressive. Ma - sostengono dall’associazione - non sembra casuale che queste misure arrivino all’alba di stamattina, proprio in un periodo in cui a causa delle proteste contro la guerra e il genocidio in atto a Gaza, la Leonardo è divenuta obiettivo di manifestazioni, presidi, petizioni per denunciarne i profitti miliardari sulle tecnologie militari. Ci sembra un ulteriore segnale di quanto le proteste contro la guerra e le sue industrie sporche di sangue vadano represse anche tramite la privazione della libertà di chi si oppone alle scelte guerrafondaie dello stato italiano e della Nato».
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