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L'attentato contro la sede Leonardo di Palermo, Antudo: «Impianto accusatorio basato su un video»

La replica degli attivisti dell'associazione indipendentista

(FRAME DA VIDEO) La Polizia di Stato ha eseguito tre misure cautelari, una in carcere e due di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di esponenti del movimento indipendentista Antudo che avrebbero lanciato bottiglie molotov dentro la sede palermitana Leonardo Spa il 26 novembre del 2022 nel corso di una manifestazione, 21 marzo 2024. Le indagini sono state condotte dalla sezione antiterrorismo della Digos di Palermo e dalla direzione centrale della polizia di prevenzione, coordinate dalla Procura di Palermo.ANSA/ POLIZIA DI STATO+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++

«Questa mattina la questura di Palermo ha eseguito tre misure cautelari, due obblighi di firma e una custodia in carcere per tre militanti di Antudo. Le accuse del pm, poi ridimensionate dal gip, sono quelle di atto terroristico, detenzione di materiale esplosivo, diffusione di materiale informatico, per una sanzione ai danni di una sede di Leonardo Spa in via Villagrazia a Palermo. Le immagini erano state ricevute e divulgate sul portale di informazione antudo.info. A seguito della pubblicazione del video, i componenti palermitani della redazione erano stati già raggiunti da perquisizioni e sequestro di dispositivi informatici». Lo dicono gli attivisti della associazione Antudo.

«Un impianto accusatorio tutto basato sulla diffusione di un video. Ci chiediamo, allora, quanto la libertà di informazione sia davvero tale. Se per il solo motivo di evidenziare la complicità di Leonardo con la guerra si possano attivare tali misure repressive. Ma - sostengono dall’associazione - non sembra casuale che queste misure arrivino all’alba di stamattina, proprio in un periodo in cui a causa delle proteste contro la guerra e il genocidio in atto a Gaza, la Leonardo è divenuta obiettivo di manifestazioni, presidi, petizioni per denunciarne i profitti miliardari sulle tecnologie militari. Ci sembra un ulteriore segnale di quanto le proteste contro la guerra e le sue industrie sporche di sangue vadano represse anche tramite la privazione della libertà di chi si oppone alle scelte guerrafondaie dello stato italiano e della Nato».

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