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Gli arresti per mafia a Palermo e le richieste di pizzo: «Ho due carcerati, devo fargli avere i picciuli»

Paolo Suleman, 47 anni, era il nuovo reggente della famiglia mafiosa di corso Calatafimi. Si occupava delle estorsioni e del sostentamento dei detenuti

Dopo avere scontato una condanna di otto anni era tornato a occuparsi degli affari della famiglia mafiosa di corso Calatafimi. Paolo Suleman, 47 anni, è stato arrestato oggi 19 marzo, insieme a Rosario Lo Nardo, 41 anni, e Giuseppe Marano, settantunenne finito ai domiciliari. Dopo l'arresto del capofamiglia Filippo Annatelli, era lui il nuovo reggente del clan e tra i suoi compiti, c'er quello di occuparsi del sistentamento delle famiglie dei detenuti.

«Io ho due carcerati per fare...devo fargli avere i picciuli», diceva durante una delle coversazioni intercettate dai carabinieri e che hanno delineato il suo ruolo nella famiglia mafiosa. Nel corso delle indagini è stato anche registrato il resoconto che Suleman fa a Marano, sull'incontro avuto con figlio di Filippo Annatelli, Sebastiano.

Il boss «ricorda» di non avere ricevuto alcun aiuto dal padre, quando è stato, a sua volta, detenuto. «Gli ho detto: da tuo padre ci sei andato? Gli devo portare i picciuli all'avvocato...mi vengono a bussare. Io lo dico pure a te...quando sono mancato io, tuo padre un chilo di carne non me l'ha mandata, quindi questo pensiero che gli arriva». Il pizzo veniva imposto a tappeto, con le somme del racket che finivano nelle casse della famiglia mafiosa a Natale e a Pasqua.

Dal telefono di Marano, gli inquirenti hanno avuto la possibilità di ricostruire il modus operandi degli estorsori: si trattava di una sorta di catena di montaggio. Suleman indicava i negozi a cui chiedere il pizzo, mentre Marano, molto conosciuto nella zona di Villa Tasca, avvicinava le vittime, minacciandole in modo «velato». nel caso in cui la vittima non pagava, entrava in azione Lo Nardo, ritenuto più violento. Nel mirino del clan sono finiti due pescherie, una macelleria, una polleria, un panificio.

L'atteggiamento aggressivo di Lo Nardo, a volte, non piaceva a Marano e a Suleman, che consigliavano di essere più cauti, ribadendos emplicemente l'appartenenza a Cosa nostra: «Gli dici le persone che siamo...non c'è bisogno che.... L'ammansiri i cristiani (li devi tenere buoni, ndr)». E Marano protestava con Suleman: «Lui non capisce, io sono di qua! io li devo ammansire...lui, tanto non è che è di qua!».

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