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Palermo, arrestato il boss Auteri: era sfuggito alla cattura dopo il delitto Incontrera

Il reggente del mandamento di Porta Nuova, conosciuto con l'appellativo di Vassoio, era latitante dal 2021. Si nascondeva in un appartamento di via Giuseppe Recupero. Aveva con sé una pistola

Nella lista dei cento latitanti più ricercati, inseguito dalla giustizia dal settembre 2021, il boss Giuseppe Auteri, 48 anni è finito nel pomeriggio in manette, arrestato dai carabinieri in un appartamento di via Giuseppe Recupero, nel quartiere Oreto di Palermo. Aveva con sé una pistola con matricola abrasa e circa 5 mila euro in contanti. L’area attorno al palazzo dove si trovava il latitante è stata cinturata a partire dalla mattina. Nonostante l’accortezza di Auteri, che ha evitato incontri con familiari e persone a lui vicine, gli uomini dell’Arma sono riusciti a individuare il suo covo. All’irruzione dei carabinieri, il boss non ha opposto resistenza e non ha detto nulla. Nell’appartamento, dove viveva da solo, sono stati trovati documenti che sono al vaglio degli investigatori.
Appena una decina di giorni fa, il 22 febbraio, la posizione di Auteri era stata stralciata in un processo scaturito dall’operazione denominata «Vento» del luglio 2022, che ha portato a 24 condanne.

Conosciuto con l’appellativo di «Vassoio», Auteri sarebbe il reggente del mandamento di Porta Nuova. I pentiti lo definiscono uno degli esponenti più affidabili della cosca «perché già ha fatto tanti anni di carcere» e riportato condanne definitive per mafia ed estorsione. Gli investigatori lo ritengono molto vicino a Tommaso Lo Presti, detto «Il Lungo», che dopo la scarcerazione gli avrebbe affidato un ruolo apicale nel mandamento di Porta Nuova, il più importante del capoluogo.

L’indagine su Auteri - che era sfuggito all’arresto nell’operazione «Vento», seguita all’omicidio Incontrera, è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia. L’assassinio del boss quarantacinquenne era avvenuto a Palermo il 30 giugno 2022, in via Imperatrice Costanza, mentre Incontrera era in bicicletta. In quella data la mafia era tornata a uccidere dopo oltre un anno in cui non si erano registrati fatti di sangue. Cinque giorni dopo il killer, Salvatore Fernandez, ripreso dai sistemi di videosorveglianza della zona, si era costituito.

«È un risultato investigativo importante. Una ulteriore risposta che l’Arma è l’autorità giudiziaria danno per rendere ancora più vivibile Palermo. La lotta e il contrasto a cosa nostra passa anche dall’arresto dei grossi latitanti e sicuramente Auteri possiamo considerarlo tale», ha detto il generale Luciano Magrini, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.

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