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La strage di Altavilla, si indaga sui cellulari per scoprire le possibili bugie della ragazza nelle chat

Gli inquirenti stanno analizzando i messaggi inviati dallo smartphone del fratello: potrebbe essere stata la diciassettenne a scriverli

Resta ancora un mistero il ruolo svolto dalla figlia di Giovanni Barreca nel triplice omicidio che si è compiuto dentro la villetta di Altavilla Milicia. La diciassettenne ha fornito versioni differenti su quanto accaduto nella casa dell’orrore: in un primo momento ha riferito di essere stata spettatrice, poi ha corretto il tiro svelando di aver partecipato alle violenze attorno a lei. Le indagini potrebbero svelare altri particolari inediti sul suo comportamento e la sua posizione, peraltro già compromessa, potrebbe aggravarsi ulteriormente.

Per una precisa scelta degli inquirenti, la minorenne sarà nuovamente ascoltata solo dopo che verrà ultimata la verifica sul suo cellulare. In particolare si stanno analizzando i messaggi, le chat e gli spostamenti per capire fino a che punto ha detto la verità. Potrebbe essere stata lei ad avere usato il telefonino, fingendo di essere il fratello Kevin e parlando con un suo amico. «Nella mia famiglia ultimamente sono successe cose strane e c’entra il mondo spirituale. Ora sono venuti due fratelli di dio e stanno liberando a mia madre e mio fratello che hanno dei demoni molto maligni addosso», parole che, secondo quanto riferito dalla minorenne, sarebbero state scritte dal fratello, ma chi indaga nutre qualche dubbio su questo e su altri punti della sua ricostruzione.

È certo che quando i carabinieri sono arrivati, lei dormiva, poi aveva confessato di aver contribuito a seppellire in giardino i resti carbonizzati della mamma Antonella Salamone e di avere infierito sul fratello più grande saltandogli sulla pancia. Gli investigatori si chiedono come mai non abbia invocato aiuto nonostante avesse a disposizione il telefonino, anzi era rimasta in contatto con una compagna a cui aveva inviata perfino la foto di Kevin prima che venisse ucciso. Insieme al padre aveva scritto alcune frasi religiose sui muri della casa, si era unita alle preghiere in arabo aramaico con Massimo Carandente e Sabrina Fina e aveva anche preparato il pranzo e la cena insieme a loro.

Le risposte a molte di queste domande potrebbero arrivare grazie all’esame dei dispositivi elettronici, anche di quelli sequestrati ai due «fratelli di Dio» nella loro abitazione di Sferracavallo. Ormai tra questi ultimi, Barreca e la figlia è guerra aperta: si accusano a vicenda e ognuno di loro cerca di addossare all’altro le colpe per sminuire le proprie responsabilità. Mercoledì il muratore, sia pure tra qualche vaneggiamento, aveva puntato il dito contro la coppia accusando entrambi di averlo drogato in modo da manipolarlo per convincerlo a sterminare la moglie e i figli. Ma i due presunti istigatori dei delitti sono pronti a passare al contrattacco e a raccontare ai magistrati di Termini Imerese la loro realtà alternativa che consiste nell’appioppare a Barreca e alla diciassettenne tutte le atrocità.

«Loro sostengono di essere entrati e usciti più volte dalla villetta di Altavilla Milicia e giurano di essere innocenti. Hanno una visione diversa rispetto a quello che è accaduto, per questo è importante che espongano la loro tesi ai magistrati. Sarebbe un passaggio in più per fare chiarezza e per chiarire chi ha fatto cosa», dice l’avvocato Marco Rocca del foro di Crotone, il difensore dei due conviventi che sta aspettando la loro autorizzazione per fissare il confronto con il sostituto procuratore Mafredi Lanza di Termini Imerese. Un via libera che, fino a ieri, non era arrivato perché il legale non aveva potuto parlare direttamente con i suoi clienti visto che ai Pagliarelli non funzionerebbe l’apparecchiatura che consente di fare le videochiamate. L’alternativa sarebbe un colloquio telefonico ma anche questo espediente finora non è stato praticabile per cui potrebbe essere nominato a breve un sostituto che vada in carcere a chiedere il consenso ad entrambi per il nuovo interrogatorio.

La villetta di Altavilla Milicia dopo i funerali di Kevin ed Emanuel Barreca (foto Fucarini)

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