La figlia di Giovanni Barreca sarà interrogata solo dopo che saranno consegnati gli esiti degli accertamenti tecnici eseguiti sul suo cellulare. La Procura dei minorenni ha deciso di aspettare perché vuole vederci chiaro prima di ascoltare nuovamente la ragazzina che, in un primo momento, sembrava essere scampata per miracolo alla strage avvenuta nella villetta di Altavilla Milicia. Dovrà fugare molti dubbi sul suo ruolo nel brutale triplice omicidio della mamma Antonella Salamone e dei fratelli Kevin e Emmanuel di 16 e 5 anni per il quale sono accusati anche il padre e i due «fratelli di Dio», Sabrina Fina e Massimo Carandente, che volevano liberare la famiglia dalle fantomatiche presenze demoniache. Da vittima - così come inizialmente era emerso dalla sua testimonianza - la sua posizione si è via via fatta sempre più complicata anche per il fatto che sarebbero venute fuori una serie di contraddizioni. Alcuni testimoni avrebbero riferito di una sua forte avversione nei confronti della madre e dei fratelli cresciuta negli ultimi tempi ma sarebbe pure emerso che avrebbe usato il telefonino di Kevin fingendo di essere lui nelle chat con gli amici. In pratica, negli stessi momenti in cui si stavano celebrando quei riti che sono poi sfociati nella carneficina, nei messaggi partiti dal numero del fratello si leggeva che era tutto normale e che non c’erano problemi.
La confessione
Lei stessa aveva confessato di aver aiutato il padre a seppellire la madre dopo che era stata bruciata e che Massimo e Sabrina l’avevano indotta a torturare Kevin, facendola saltare a piedi uniti sulla sua pancia per poi legarlo con una catena arrugginita e dei cavi elettrici. E sempre lei aveva puntato il dito contro la coppia accusandoli di aver torturato Antonella Salamone per una settimana e anche Emmanuel, il fratellino più piccolo, costretto a bere caffè amaro iniettato nella bocca e ustionato con l’asciugacapelli. La verifica sui messaggi sarà fondamentale e servirà a capire fino a che punto ha detto la verità su quanto accaduto nella casa degli orrori.
La coppia diabolica dai magistrati
Giovedì, invece, dovrebbe essere il giorno in cui la coppia diabolica, in isolamento al carcere dei Pagliarelli, potrà raccontare la propria versione davanti ai magistrati della Procura di Termini Imerese: l’intenzione sarebbe di ascoltarli singolarmente per poi metterli uno di fronte all’altro nel caso in cui ci fossero eventuali differenze nella loro narrazione. Al loro avvocato, Marco Rocca, hanno giurato di essere innocenti e di non aver partecipato ai delitti, anzi. Entrambi avrebbero sostenuto di essere andati via prima che esplodesse la violenza. Chi indaga, infatti, sembra pensarla diversamente. Su di loro peserebbe l’ammissione della donna di aver ricevuto un morso da Kevin. Dettagli contenuti nel referto medico in cui Fina ha confermato di essere stata aggredita fisicamente, di avere ematomi e graffi sulla braccia e di essere stata medicata al polpaccio sinistro, segni inequivocabili della lotta con il più grande dei due fratelli Barreca. Difficile, davanti a queste rivelazioni, sostenere una realtà alternativa rispetto a quella finora conosciuta: le loro affermazioni, tutte da provare, potrebbero nascondere solo il tentativo di voler limitare le proprie responsabilità. Ma dovranno pure spiegare che rapporti avevano con una decina di persone i cui nomi sono stati estrapolati dalle rubriche dei loro dispositivi e dall’analisi dei social network: gli inquirenti gli chiederanno se erano seguaci con cui si incontravano fisicamente per pregare e se si scambiavano opinioni e messaggi solo sul web.
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