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La figlia di Barreca prima del fanatismo e della strage di Altavilla

In un video il battesimo evangelico della giovane complice del padre nel triplice delitto contro madre e fratelli. I momenti di armonia, poi la radicalizzazione e il cambiamento

«La sorella ha accettato il Signore Gesù Cristo e ricevuto lo Spirito Santo di Dio per la grazia del Signore. Ora le faremo delle domande e risponderà davanti al Signore, agli angeli e a tutti noi». È uno dei passaggi del video del battesimo evangelico a cui si è sottoposta quattro anni fa la figlia di Giovanni Barreca, il fanatico religioso accusato di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli, Kevin di 16 ed Emanuel di 5 anni, con la complicità della ragazza e dei due «fratelli di Dio», Sabrina Fina e Massimo Carandente. Gli investigatori stanno cercando di chiarire la posizione di ciascuno dei protagonisti del massacro avvenuto nella villetta di Altavilla Milicia, ma nel frattempo il filmato, ritrovato scavando a ritroso su Facebook, potrebbe aprire nuovi e inquietanti scenari sull’esorcismo violento e crudele compiuto in nome di una fede completamente distorta.

La figlia di Barreca - già a giugno del 2019 - aveva ricevuto il battesimo per immersione (come Gesù, che fu battezzato nel fiume Giordano) che devono ricevere quanti si ravvedono e si distaccano dalla chiesa tradizionale. Il sacramento, uno dei più importanti per gli evangelici, rappresenta l’occasione di rendere una testimonianza pubblica nella volontà di credere nel messaggio di salvezza di Gesù e di volerlo seguire nella propria vita. Di solito a questa celebrazione possono prendere parte gli adulti e non i bambini perché, alla base della scelta, deve sempre esserci una decisione consapevole ed autonoma, difficile da esprimere per una personalità giovane e non ancora pienamente formata. Questa volta, invece, era lei - appena tredicenne - ad entrare in una piscina di plastica montata in campagna: vestita con una tunica bianca, tra i canti di lode dei presenti, si era seduta e poi l’officiante di turno aveva recitato la formula di rito. «Hai accettato Gesù Cristo come tuo personale salvatore? Credi che il Padre nostro ha resuscitato Gesù dai morti? Credi che lui è morto in croce per i tuoi peccati? Credi nel Padre? Credi nel figlio? Credi nello Spirito Santo?».

Lei, minuta e quasi spaventata, aveva risposto sì a tutte le domande e alla fine era stata accettata: «In base a quello che lei ha dichiarato, è responsabile del suo sì dinnanzi a Dio, nel nome del Signore Gesù Cristo e degli angeli. E allora ti battezzo nel nome del Signore Gesù Cristo», quindi il pastore le aveva chiuso le narici prima di immergerle la testa nell’acqua, tra gli applausi e gli abbracci di quanti avevano assistito alla cerimonia. Subito dopo si erano seduti tutti a tavola per festeggiare l’evento, con tanto di scatto collettivo pubblicato sui social, in cui si vedono nitidamente Barreca, la moglie e i tre figli seduti vicino ad altre due persone: «Un buon pranzo - aveva scritto l’officiante - insieme ai fratelli di Palermo. Una gioia che i fratelli dimorano insieme affinché lo Spirito Santo ci parli e agisca nella nostra vita». Un augurio che la povera Antonella Salamone aveva ricambiato, segno che anche lei, almeno all’inizio, non aveva timore di essere coinvolta e anzi aveva apprezzato postando una serie di ringraziamenti: «Grazie di vero cuore fratelli - si legge nella bacheca - per l’unione fraterna, l’incoraggiamento che ci avete dato e per la potenza di Dio che abbiamo visto. Dio vi benedica immensamente. Era tutto buonissimo, grazie di vero cuore per l’ospitalità, un abbraccio carissimo».

Ma, a quanto sembra, erano stati gli ultimi momenti di una normalità che successivamente è degenerata in maniera veloce nel fanatismo più assurdo e brutale. Tanto è vero che, all’indomani della strage, la stessa persona che aveva officiato il battesimo aveva voluto puntualizzare, sempre attraverso il web, di aver conosciuto la famiglia Barreca nel 2019 e da allora di non aver più notizie di loro: «Giovanni era un uomo tranquillo - ha detto il pastore evangelista, che è una guardia giurata di Gela - mai una parola fuori posto, mai alzato le mani ai propri figli, un padre di famiglia come tutti gli altri che lavorava. Poi loro sono partiti per il Nord e non li ho più sentiti. Nessun contatto», aveva continuato dicendosi dispiaciuto del fatto che «hanno trovato delle persone che si sono spacciati per evangelici ma non lo sono» e che lo hanno «portato a fare questa tragedia. Il movimento evangelico, come quello cattolico, non c’entra niente con questa storia».

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