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La strage di Altavilla, nuovi indizi da cellulari e pc: i due predicatori a confronto

Carandente e Fina, ritenuti gli ispiratori del massacro, hanno chiesto di essere ascoltati: saranno interrogati singolarmente e poi faccia a faccia

La prossima settimana potrebbe essere decisiva per chiarire molti punti oscuri del triplice omicidio di Altavilla Milicia. Tutti i protagonisti della vicenda, infatti, saranno interrogati nuovamente dai giudici che, giorno dopo giorno, stanno acquisendo ulteriori elementi per le indagini. La svolta potrebbe arrivare dall’esame dei tabulati e delle celle dei telefonini degli indagati da cui si potrà desumere la posizione registrata in quei giorni maledetti e che tipo di relazione c’era effettivamente tra di loro. Nel frattempo si stanno passando al setaccio i telefoni cellulari e i computer sequestrati dopo la strage a Sabrina Fina e Massimo Carandente, i presunti ispiratori del massacro attualmente in isolamento nel carcere dei Pagliarelli, che la Procura di Termini Imerese ha intenzione di ascoltare prima individualmente e poi di metterli a confronto per sottolineare eventuali differenze che possano emergere nella loro versione.

Entrambi hanno respinto qualsiasi responsabilità sui delitti, sostengono di essere andati via prima che esplodesse la violenza e al loro avvocato, Marco Rocca, hanno detto di essere innocenti chiedendo di potere raccontare la loro verità ai magistrati. Saranno accontentati presto ma dovranno anche spiegare che rapporti avevano con una decina di persone i cui nomi sono stati estrapolati dalle rubriche dei loro cellulari e dall’analisi dei social network. Erano seguaci con cui si incontravano fisicamente per pregare oppure si scambiavano opinioni e messaggi solo sul web? Inoltre gli inquirenti vogliono sapere se questo gruppetto religioso era a conoscenza del fatto che i due «fratelli di Dio» frequentavano il nucleo familiare di Giovanni Barreca per liberarlo dalle fantomatiche presenze demoniache con le pratiche brutali che poi hanno portato alla morte di Antonella Salamone e dei figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni.

Per Giovanni Barreca, invece, potrebbe essere chiesta una perizia psichiatrica: il muratore e imbianchino, accusato di aver ucciso la moglie e i due ragazzi con la complicità di Fina e Carandente, sembra non avere ancora superato la crisi mistica in cui è precipitato. Anche la figlia diciassettenne sarà nuovamente sentita dal procuratore dei minorenni, Claudia Caramanna, in maniera da potere fugare tutti i dubbi. Ci sarebbero stati infatti contrasti pregressi con la mamma ma sarebbe emerso pure che avrebbe usato il telefonino di Kevin fingendo di essere lui nelle chat con gli amici. In pratica, negli stessi momenti in cui si stavano celebrando quei riti che sono poi sfociati nella carneficina, nei messaggi partiti dal cellulare del fratello si leggeva che in casa non c’erano problemi. La sua posizione, insomma, è tutta da verificare: lei stessa aveva confessato di aver aiutato il padre a seppellire la madre dopo che era stata bruciata e che Massimo e Sabrina l’avevano indotta a torturare Kevin, facendola saltare a piedi uniti sulla sua pancia per poi legarlo con una catena arrugginita e dei cavi elettrici.

E sempre lei aveva puntato il dito contro la coppia accusandola di aver torturato Antonella Salamone per una settimana e anche Emmanuel, il fratellino più piccolo, costretto a bere caffè amaro iniettato nella bocca e ustionato con l’asciugacapelli

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