Per un momento ha abbandonato lo stato confusionale in cui è precipitato per chiedere dov’era la figlia. Ma quando l’avvocato Giancarlo Barracato gli ha risposto che era stata fermata e portata anche lei in carcere perché ritenuta complice negli omicidi, Giovanni Barreca ha cambiato discorso continuando a ripetere la litania della presenza del demonio nella villetta di Altavilla Milicia che lo avrebbe costretto a compiere la strage. Il delirio mistico è reale, come pensa il suo difensore, che sta valutando di chiedere la perizia psichiatrica, oppure si tratta di un disperato tentativo di proteggere la ragazzina, ossessionata alla stregua del padre dalla necessità di purificare la casa e liberare i suoi familiari dalla fantomatica possessione del diavolo? O, dietro a questa incredibile tragedia, si nascondono altre verità inconfessabili, finora non ancora venute alla luce? Domande - in attesa dell’interrogatorio di Sabrina Fina e Massimo Carandente, ritenuti gli ispiratori del massacro - a cui dovranno rispondere gli investigatori, i quali starebbero puntando sempre più la loro attenzione verso il ruolo della diciassettenne che, come hanno rivelato alcuni testimoni, avrebbe manifestato una forte avversione nei confronti della mamma e dei fratelli.
Lei stessa aveva confessato di aver aiutato il padre a seppellire la madre dopo che era stata bruciata e che Massimo e Sabrina l’avevano indotta a torturare Kevin, facendola saltare a piedi uniti sulla pancia del ragazzo per poi legarlo con una catena arrugginita a dei cavi elettrici. E sempre lei aveva puntato il dito contro la coppia accusandola di aver torturato Antonella Salamone per una settimana e anche Emmanuel, il fratellino più piccolo, costretto a bere caffè amaro iniettato nella bocca e ustionato con l’asciugacapelli. Inoltre i due - sempre in base a quanto ha raccontato la giovane - si sarebbero accaniti su di lei facendole domande per vedere se fosse un demone e spaventandola finché non erano andati via, non prima di avere raccomandato a Barreca di chiamare la polizia e di incolparla dei delitti.
Dal canto loro Sabrina Fina e Massimo Carandente hanno giurato di essere innocenti promettendo di rivelare una versione alternativa che, nelle loro intenzioni, potrebbe scagionarli. Entrambi sostengono di essere andati via prima che esplodesse la violenza ma, anche in questo caso come per la diciassettenne, gli accertamenti di chi indaga sembrano andare in una direzione diversa. Sui cosiddetti «fratelli di Dio», come loro stessi si sono definiti, peserebbe infatti l’ammissione della donna di aver ricevuto un morso da Kevin. Dettagli contenuti nel referto medico in cui Fina ha confermato di essere stata aggredita fisicamente, di avere ematomi e graffi sulla braccia e di essere stata medicata al polpaccio sinistro, segni inequivocabili della lotta con il più grande dei due fratelli Barreca. Difficile, davanti a queste rivelazioni, sostenere una realtà alternativa rispetto a quella che fino a questo momento è venuta alla luce.
Nella foto Sabrina Fina
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