«Nella nostra chiesa non si vedevano da dicembre. E comunque non sono mai stati assidui, facevano parte di quella categoria di fedeli che definisco “altalenanti”: vengono e poi si allontanano».
Così Samuele Cascio, ex poliziotto ed ex caposcorta del giudice Giovanni Falcone nel 1985, parla di Massimo Carandente e Sabrina Fina, i due che insieme al muratore Giovanni Barreca hanno ucciso, durante un folle rito di liberazione dal demonio, la moglie e due figli dell’uomo.
Ai tre omicidi ha partecipato anche la primogenita di Barreca, una ragazza di 17 anni che ha confessato il suo ruolo nelle sevizie e nell’assassinio dei familiari.
Cascio è il pastore della chiesa Cammino di Fede, una comunità pentecostale che si trova nel quartiere Brancaccio, a Palermo, in una zona dove le chiese evangeliche sono diverse.
Sarebbe l’ultimo luogo di culto frequentato dalla coppia che, a un certo punto, si è allontanata e ha preso a riunirsi in preghiera con altre persone su cui ora indagano i carabinieri.
«La coppia non legava con nessuno - racconta Cascio - Seguiva solo i culti, ma non partecipava alla vita del gruppo. A volte vengono da noi fedeli che manifestano fragilità e problemi gravi. Quando ci rendiamo conto che si tratta di persone a rischio consigliamo loro di aggrapparsi a Cristo e poi di rivolgersi a degli specialisti bravi», spiega riferendosi a chi mostra problemi psichiatrici.
Cascio nega che nella sua chiesa si compiano esorcismi. Il pastore, che ha lasciato la polizia giovanissimo, «dopo la chiamata di dio», dice, ha prima prestato servizio al reparto scorte del Viminale e poi a Palermo.
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