Le indagini, condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo-gruppo tutela spesa pubblica, sono scattate dopo la denuncia di un dipendente del Comune di Palermo, che avrebbe permesso di accertare la produzione di documenti falsi che servivano per la richiesta del sussidio: dichiarazioni di residenza, dichiarazioni di iscrizione anagrafica ai fini Tari, contratti di locazione. Tutto inviato telematicamente alle postazioni territoriali dell’anagrafe comunale deputate al servizio di cambio domicilio.
La necessità di ottenere l’approvazione delle variazioni sarebbe stata funzionale alla creazione dei falsi requisiti per la percezione del reddito di cittadinanza che erano legati al mancato superamento di specifiche soglie reddituali da parte del nucleo familiare e all’assenza di persone condannate per gravi reati.
Francesco Tuttoilmondo, 47 anni, impiegato della società partecipata dalla Regione Siciliana Sas servizi ausiliari Sicilia e gestore di un Caf a Palermo, finito agli arresti domiciliari, avrebbe anche cercato di corrompere dipendenti comunali con regali e somme di denaro per tentare di velocizzare l’iter amministrativo per il cambio di domicilio necessario a ottenere il sussidio.
Nell’ambito delle indagini che vedono indagata anche una collega di Tuttoilmondo, sarebbero state individuate 53 persone indebitamente beneficiari del reddito di cittadinanza, che avrebbero percepito somme non dovute per 620.402 euro. Sono invece 93 gli indagati.
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