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Morta in ascensore a Palermo, parla il vicino: «Ho visto la signora stesa a terra quando il tecnico ha aperto la porta»

«Siamo ancora sotto shock», dice Gaetano Santoro, che racconta tutti i particolari di quella giornata

«È stato un vero e proprio shock per me essere lì mentre veniva ritrovato il cadavere della povera Francesca». Inizia così il racconto di Gaetano Santoro, un condomino della palazzina al civico 354 di via Oreto, a Palermo,  dove il 26 luglio ha perso la vita - bloccata all’interno dell’ascensore, rimasto guasto per ore - la 61enne Francesca Marchione. Nell'esatto momento in cui, dopo svariati tentativi, il tecnico riusciva ad aprire la porta dell’ascensore, Gaetano scendeva le scale per andare a lavorare. Ex proprietario di Vintage club, un locale vicino al Teatro di Santa Cecilia, adesso si è reinventato rider. Quel mercoledì avrebbe dovuto mettersi in moto già alle 15, ma la tragedia lo ha trattenuto a casa fino alle 17.

«Erano le 15.10, non me lo posso scordare - racconta - l’ascensore era guasto dalla mattinata e finalmente era arrivato il tecnico. Io stavo scendendo per le scale, dall’alto ho visto che il tecnico aveva difficoltà ad aprire la porta». Tolti i cardini delle cerniere, ciò che nessuno si aspettava di trovare: «Abbiamo visto subito questa donna - ricorda Gaetano - accasciata per terra con le spalle rivolte verso lo specchio. L’ho riconosciuta subito».

Francesca Marchione aveva 61 anni e abitava nella casa che un tempo era riservata al portiere dello stabile. Era una persona molto riservata, nel condominio la conoscevano tutti come «la signora del settimo piano». «Una donna per bene - spiega Gaetano -. Quando incontrava mio figlio Francesco, gli dava sempre dei cioccolatini».

Timida, pacata, Francesca era una signora molto abitudinaria. Usciva ogni giorno alle 6.30 del mattino e tornava a casa al tramonto, dice Gaetano.

L’ascensore era rimasto fermo, in stallo tra il primo e il secondo, tutta la mattinata. «Verso le 12.20 ero sceso al supermercato e ho visto occupato - spiega il condomino -, siccome il mercoledì di solito è in servizio la ditta delle pulizie, non ho insistito a chiamarlo e sono sceso a piedi».

Arrivato al secondo piano, Gaetano si accorge che qualcosa non va: «Ho provato ad aprire la porta ma non si apriva - spiega - ho pensato l'ascensore fosse guasto. Sono sceso a pianterreno e ho premuto l’interruttore generale sperando si resettasse la scheda». Di ritorno però l’ascensore è ancora fermo tra il primo e il secondo piano e Gaetano decide di dare dei colpi alla porta. A quell’ora la signora Francesca doveva già essere morta. «Ho provato a forzare la porta ma non si apriva - ricorda -. “Pazienza”, mi sono detto, e sono risalito a piedi. Non potevo mai pensare che dentro ci fosse qualcuno».

Nel primo pomeriggio, dopo il ritrovamento del cadavere, al civico 354 inizia la baraonda. Arrivano mezzi dei vigili del fuoco, ambulanze e agenti. «All’inizio c’è stata una forte tensione, non si capiva se la signora fosse svenuta o morta - racconta il condomino - poi la dottoressa dell’ambulanza ne ha constatato il decesso. Tutti si sono affacciati dalle porte di casa scioccati e increduli».

Le dinamiche del decesso sono ancora poco chiare e mentre si aspettano i risultati dell’autopsia nel palazzo si portano al vaglio alcune ipotesi, dal blackout (non confermato) al guasto della scheda dell'ascensore. Poi c’è il mistero del campanello: «Abbiamo trovato l’ascensore con le porte spalancate da dentro, probabilmente la signora le aveva aperte per chiamare aiuto. Come mai però non ha suonato il pulsante con il campanello d’allarme?». Tra i vicini nessuno dice di avere sentito pugni o richieste di aiuto nel corso della mattinata.

L'ascensore è adesso sotto sequestro, ma all’idea di dovervi risalire un po’ tutti storcono il naso. «Sono rimasto un po’ traumatizzato - ammette Gaetano - ho deciso che chiamerò sempre a casa prima di salire e quando scendo, come contromisura a questa paura che mi è rimasta». Gaetano, nel suo lavoro, è abituato a prenderne tanti: «Facendo il rider nell’arco della giornata entro continuamente negli ascensori, ma c’è sempre un cliente sopra che mi aspetta, se non salissi si allerterebbe e questo mi fa sentire più sereno». La paura rimane per la mamma, 70enne: «Mia mamma vive sola in un ottavo piano - spiega - e da quando è successa questa tragedia sto spesso in pensiero per lei».

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