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Palermo, diossina nell'aria dopo l'incendio a Bellolampo. L'Arpa: «Timori per la catena alimentare»

Rilevata la presenza della sostanza nociva nell’area della discarica tra il 24 e il 25 luglio scorsi. Il sindaco: «L’eventuale esposizione non pone rischi connessi all'inalazione diretta»

È allarme diossina a Palermo. Dopo l’incendio che ha interessato la discarica di Bellolampo, l’Arpa ha rilevato la presenza della sostanza nell’area. «La determinazione di diossine sull’aria campionata nei pressi della località Inserra, dalle ore 22 del 24 luglio alle 22 del giorno dopo ha restituito una concentrazione pari a 939 TE fg/m3», si legge nel sito dell’ente.

«I risultati riflettono la formazione di diossine e furani e la loro presenza in aria ambiente, che costituisce un dato da attenzionare. - dicono - I valori di concentrazione riscontrati sono indicativi della presenza di una fonte emissiva locale».

Il sindaco: «L’eventuale esposizione non pone rischi connessi all'inalazione diretta»

«Il rapporto dell’Arpa regionale attesta, coerentemente con la presenza di fonti emissive locali, un innalzamento dei livelli di diossina durante la fase acuta degli incendi. Come specificato dalla relazione dell’Arpa, si precisa che l’eventuale esposizione a diossine e furani non pone rischi connessi alla inalazione diretta, ma si rende comunque necessario solo verificare la presenza di eventuali residue concentrazioni sul terreno». Lo afferma il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sui dati dell’Arpa dopo l’incendio che ha interessato la discarica di Bellolampo.

«A fronte dei dati ricevuti stamattina, a 72 ore di distanza dal rilevamento posto nell’area di Inserra, particolarmente colpita dai roghi - aggiunge Lagalla - il Comune di Palermo ha immediatamente attivato una task-force composta dalle competenti istituzioni tecniche per verificare se siano necessari specifici provvedimenti da assumere nelle prossime ore, nelle more degli ulteriori rilevamenti».

L’Arpa: «Il vero problema diossina è per la catena alimentare»

«Alla luce del dato di 939 cento grammi metro cubo della diossina registrato dalle centraline durante gli incendi di Palermo inizieremo una campionatura sul suolo per valutare la ricaduta di queste sostanze nella zona circostante alla zona della discarica Bellolampo e nelle aree limitrofe. La presenza della diossina non è pericolosa per la respirazione, ma per l’ingestione. La sostanza tossica si deposita nel terreno ed entra nella catena alimentare, ortaggi, latte, carne. Per questo bisogna verificare nei prossimi giorni quanta diossina sarà presente nei terreni nella zona della discarica». Lo dice Anna Abita responsabile dell’unità operativa complessa della qualità dell’aria dell’Arpa. E’ prevista oggi alle 16 al Comune di Palermo una riunione per affrontare l’emergenza.
«Il dato si riferisce alla centralina in via Costantino Inserra aria prelevata per 24 ore dalle 22 del 24 luglio alle ore 22 del 25 luglio - aggiunge la dirigente dell’Arpa - non c’è nessun limite stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità in aria ambiente, ma da dei valori indicativi. In ambiente urbano in assenza di una sorgente emissiva specifica quale può essere l’incendio si possano 10 grammi per metro cubo di diossina, mentre già una concentrazione di 300 indica che c’è una sorgente emissiva. Noi ne abbiamo trovati oltre 900. Adesso ci aspettiamo che in aria ambiente visto che è stato spento l’incendio i livelli si siano abbassati».

«Però le diossine di per sé non scompaiono e sostanze persistenti ed entrano nella catena alimentare - sottolinea Abita - e, ripeto, il problema non è tanto nella respirazione ma la maggiore tossicità la esplicano nell’ingestione. Le diossine sono sostanze liposolubili. Il problema non è tanto nell’acqua forse neanche nell’aria, a meno che non si sia sotto la sorgente emissiva, ma quello che può essere accumulato nel grasso nel passaggio nella catena alimentare».

Il capo della protezione civile regionale: «L'aria è ormai pulita»

«Mi pare che l’aria ormai a Palermo sia sufficientemente pulita, il problema è che la diossina si è depositata sui terreni circostanti e quindi potrebbe entrare nel ciclo alimentare se si consumassero verdure o latte ricavato da mucche che pascolano in quella zona». Così il capo della protezione civile regionale, Salvatore Cocina, parlando del rischio diossina a Palermo con i cronisti nella sede del corpo forestale della Regione siciliana.

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