I giudici del tribunale del riesame hanno concesso i domiciliari a Michele Mercurio che era stato arrestato dalla polizia per tentativo di omicidio aggravato per futili motivi lo scorso 29 giugno nel quartiere Borgo Nuovo, a Palermo. L’uomo , appassionato di animali e custode di un allevamento per cani e gatti, aveva chiesto al vicino di casa Fabio Puleo, la restituzione di un cucciolo che in precedenza gli aveva regalato. Ma come risposta il vicino ha tentato di colpirlo con una zappa da agricoltore e poi con una mazza di legno.
Mercurio si è difeso con un piede da tavola in metallo. Quando i due sono finiti per terra, secondo i legali di Mercurio, il vicino di casa avrebbe tentato di soffocarlo. Per costringere l’aggressore ad allentare la presa Mercurio ha estratto un coltello che teneva in tasca e ha colpito al collo e al torace Puleo, che ha subito ferite non gravi da mettere in pericolo la sua vita. Per i difensori si è trattato solo di legittima difesa e non di tentativo di omicidio.
E’ stato lo stesso Mercurio a chiamare il 118 e la polizia, arrivati mentre l’uomo cercava di tamponare le ferite della vittima. I due medici legali nominati dalla procura hanno confermato i segni di ecchimosi al collo di Mercurio che dimostrerebbero la veridicità del suo racconto. «L'ordinanza di custodia cautelare - dice l’avvocato Giada Caputo - non ha tenuto conto del comportamento successivo del nostro cliente che si è adoperato per salvare la vita al ferito. Mancava l’elemento psicologico della condotta di tentato omicidio. Chi vuole uccidere una persona dopo averla ferita non si adopera per salvarlo ma approfitta della sua diminuita difesa per portare a consumazione il reato. Un comportamento anomalo e incompatibile con una reale volontà omicidiaria».
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