«Dobbiamo andare a parlare con quello dei polli». Dopo il suo ritorno in libertà a Palermo Salvatore «Salvo» Genova aveva subito ripreso il ruolo di capomandamento di Resuttana, legittimato da una serie di azioni. Fra queste la visita al fornitore dell'Antica Polleria Savoca dei Fratelli Alerio di via San Lorenzo (nella foto) e di via Aquileia (solo per citare due dei locali che nulla hanno a che vedere con gli altri Savoca che lavorano in città), attività gestite da Benedetto Alerio, arrestato nel blitz di ieri.
Genova preannunciava la sua intenzione di far visita al macellaio nel corso di una conversazione intercettata con il commercialista Giuseppe Mesia, 57 anni, accusato di mafia quale «consigliere economico del capo mandamento», e che curava anche l’espansione economica a colpi di minacce.
Per contrastare l'aumento dei prezzi nella fornitura del pollame agli esercizi commerciali gestiti da Alerio, Genova disse a Mesia che sarebbe intervenuto lui stesso grazie al suo ritorno in libertà. «E ma ora le cose cambiano». E Mesia aggiungeva ridendo: «E io glielo dico: "L'altra volta io sono venuto cu picciriddu, questa volta u picciriddu sono io"».
I due si recarono dunque dal titolare della macelleria, imponendogli di sottostare a condizioni più favorevoli, abbassando dunque il prezzo della fornitura. Un incontro che secondo quanto riportato nelle carte dell'inchiesta, giudicarono soddisfacente. «Penso che non dovrebbe sbagliare più», disse Mesia, intercettato dagli investigatori. E Genova condivideva: Ci sono voluti cinque minuti... Lo vedi? Cinque minuti e "astuti" tutto».
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