Un centro di accoglienza, di soccorso e di aiuto per i ragazzi che cadono nelle dipendenze e per le loro famiglie. Il Comune di Palermo dà la sua parola e promette di mettersi subito alla ricerca di un bene dove possa nascere La Casa di Giulio, un progetto ideato e voluto dalla famiglia Zavatteri che conosce, nel profondo, il dolore più grande di tutti: la perdita di un figlio. «Non possiamo permettere che altri ragazzi facciano la stessa fine - dice il padre di Giulio -. Il crack auto emargina chi ne fa uso, lo porta ad uno stato di annichilimento e tanti ragazzi muoiono soli nei vicoli. Ho vissuto per 5 anni questa situazione con mio figlio. Era finito in rianimazione e la vita gli aveva dato un’altra possibilità. Poi è arrivato quel 15 settembre e non c’è stato più nulla da fare. Le abbiamo provate tutte per salvarlo in questi anni: comunità, psicologi, psichiatri ma nonostante i tanti bravi addetti ai lavori, nella nostra città non c’è un centro che ascolti e aiuti questi ragazzi, che spieghi alle famiglie come riallacciare il dialogo con i figli e come affrontare questo mostro».
La realizzazione del Centro è stata sposata non solo dal Comune ma anche da altri enti e istituzioni, come il teatro Massimo. Il Sovrintendente Marco Betta ha espresso la sua solidarietà prendendo l’impegno di promuovere un evento il Centro. Il prossimo 5 marzo al Teatro Massimo sarà organizzata una serata per raccogliere fondi da destinare alla associazione onlus la Casa di Giulio. La manifestazione è dedicata alla musica, alla cultura, all’informazione contro le droghe e il potere mafioso che si insinua nella nostra città con lo spaccio del crack.
Caricamento commenti
Commenta la notizia