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Incidenti sul lavoro, sette indagati per la morte del falegname a Palermo

Michele Pisciotta, il falegname morto

L’inchiesta sulla morte a Palermo del falegname Michele Pisciotta fa nuovi passi avanti. Lunedì alle 8,30, nell’ufficio del sostituto procuratore Bruno Brucoli sono convocati - come atto di garanzia in quanto indagati di omicidio colposo - in sette: sono il proprietario dell’appartamento di via Libertà 86 dove mercoledì attorno alle 13,25 è deceduto il falegname; il titolare dell’impresa che stava svolgendo i lavori di ristrutturazione, il direttore dei lavori e altri quattro tra operai e addetti che gravitavano attorno al cantiere che è stato teatro del decesso. Il pubblico ministero di turno mercoledì, Brucoli, lunedì nel suo ufficio in Procura al secondo piano del palazzo di giustizia conferirà l’incarico al medico legale che dovrà effettuare l’autopsia, verosimilmente martedì: un accertamento tecnico non ripetibile a cui parteciperanno gli indagati, che tramite i loro legali avranno così la possibilità di nominare consulenti tecnici di parte e formulare osservazioni o riserve.

Il pubblico ministero Brucoli ha avvisato anche i familiari del falegname: la moglie e i tre figli che sono accorsi disperati in via Libertà dopo essere stati avvisati del decesso del loro congiunto. Sarà quindi l’autopsia a chiarire le cause della morte del falegname di 67 anni che - secondo le prime ricostruzioni - era andato nell’appartamento (che è stato posto sotto sequestro dal pm) per un sopralluogo. Una volta salito al terzo piano, pare in compagnia di un suo conoscente, Pisciotta ha iniziato a osservare lo stato dei lavori dell’appartamento fino a quando è salito su un soppalco in via di realizzazione. Il falegname, un uomo dal fisico robusto e che aveva una lunghissima esperienza alle spalle per via del suo lavoro, avrebbe camminato qualche metro rasente al muro di una delle stanze in ristrutturazione, per poi girare l’angolo e precipitare nel vuoto nella parte di pavimento dove avrebbe dovuto essere realizzata la scala interna per raggiungere la parte sottostante del locale.

Spetterà ai tecnici dello Spresal, il Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Asp, che stanno indagando insieme ai poliziotti del commissariato Libertà e della Scientifica subito convocati per ispezionare i luoghi, chiarire se questo vuoto nel piano di calpestìo - una sorta di botola - era segnalato dalle misure di sicurezza previste dalla legge.

I poliziotti hanno già sentito, intanto, due degli operai che erano in via Libertà 86 al terzo piano, per ricostruire tutti gli attimi che hanno preceduto e seguito la morte del falegname: dalla caduta da circa due metri di altezza, all’arrivo dei sanitari del 118 e dei poliziotti del commissariato Libertà, che dista pochi metri dall’appartamento dell’edificio antico tra via Ugdulena e via D’Annunzio teatro della tragedia. Uno degli operai, dopo aver utilizzato il telefono cellulare di Pisciotta, si è allontanato e intorno alle 15,30 ha risposto alla telefonata di uno dei familiari del falegname che aveva provato a localizzare il cellulare. Un altro degli addetti ai lavori si è presentato negli uffici di via Arimondi del commissariato Libertà per recuperare un borsello che aveva lasciato in cantiere. Le loro versioni, i loro racconti, sono adesso al vaglio degli investigatori del commissariato che stanno cercando di verificarle per chiarire cosa è realmente accaduto. Si dovrà anche chiarire chi ha convocato il falegname per il sopralluogo, e a che titolo.

Matteo Pezzino, presidente regionale Anaepa Confartigianato Edilizia, commenta così il tema di quello che può accadere in un cantiere anche piccolo: «Di concerto con Edilcassa, la nostra Cassa edile, promuoviamo a titolo gratuito percorsi di formazione presso le aziende o i nostri tutor di riferimento per diffondere la conoscenza delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Abbiamo anche firmato convenzioni con organi ispettivi come lo Spresal o l’Inail che sono seduti ai tavoli dove si fa questa formazione. Ma poi c’è il tema dei controlli: gli organi ispettivi hanno carenze di personale...». Paolo D’Anca, segretario della Filca Cisl Sicilia, aggiunge: «Vanno stipulati accordi per autorizzare il responsabile territoriale della sicurezza, nominato dai lavoratori, di girare e fare prevenzione anche nei piccoli cantieri, Un responsabile della sicurezza deve sempre verificare che anche un eventuale ingresso occasionale di un lavoratore avvenga rispettando le norme che tutelano gli addetti».

Un interrogativo che toccherà a chi indaga chiarire: chi e perché ha chiesto a Pisciotta di entrare in quell’appartamento dove erano in corso i lavori di ristrutturazione? «Ancora una volta» aveva detto, subito dopo che la notizia del decesso era stata resa nota, il segretario della Fillea Cgil, Piero Ceraulo - queste dinamiche si verificano in assenza di controlli, soprattutto nei cantieri privati».

E Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia, aveva aggiunto: «Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia dell'operaio scomparso nell’attesa di capire le cause di questa tragedia. La Uil Sicilia ribadisce la necessità di aumentare il numero degli ispettori e controlli nei cantieri, fare maggiore prevenzione e più formazione».

 

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